Giovedì 18 Aprile 2024

Troppi galli nel pollaio Intesa debole

Lorenzo

Castellani

Nell’ultimo decennio il Partito Democratico è stato, e si è considerato, il partito della responsabilità e della stabilità, del governo a scapito del consenso, del rispetto ossequioso del vincolo europeo, del radicamento negli apparati statali. Tuttavia, Enrico Letta ha perso l’ultimo anno e mezzo alla ricerca di un accordo strutturale con il Movimento 5 Stelle guidato da Giuseppe Conte. L’alleanza non è mai decollata e da ultimo è stata annientata dall’ex Presidente del Consiglio pentastellato con l’apertura della recente crisi di governo e la rottura dell’unità nazionale. Oggi una ricucitura sembra assai improbabile per motivi umani, politici e programmatici. Non è andata meglio con il centro dove la trattativa con Calenda, già fuoriuscito dal Pd per fare il proprio partito, è stata molto faticosa mentre quella con Renzi rischia di fallire con Italia Viva, che tenterà la traversata solitaria al centro. Anche l’alleanza del Pd con i piccoli partiti di sinistra che sembrava stabile è tornata a traballare. Questi giocano la loro legittima partita identitaria, difendendo un approccio più dirigista, ambientalista e assistenzialista, e in particolare Sinistra Italiana pare mal digerire al momento l’accordo con i centristi. Insomma, non c’è ancora l’accordo definitivo sulla coalizione anche se ci si è più vicini. Ciò conduce a dubitare non soltanto dell’eventuale stabilità di una coalizione così composta nel caso in cui Letta dovesse vincere le elezioni ma anche della coerenza ed efficacia di un conseguente programma di riforme. Proprio a causa di queste contraddizioni rischia di annegare anche il ruolo di garanzia che il Partito Democratico esprime nei confronti dell’Unione Europea. Il bipolarismo frontale può infatti danneggiare il Pd, che ha mostrato la sua forza nella costruzione di maggioranze parlamentari inedite e funzionali alla stabilità. A causa delle divisioni interne al centrosinistra e della polarizzazione con la destra il partito rischia di perdere il ruolo di perno del sistema politico che gli è stato proprio in questi anni.