Giovedì 25 Aprile 2024

Troppi errori È stato un anno bruttissimo

Raffaele

Marmo

Non è ancora, purtroppo, il momento di bilanci conclusivi sulla pandemia e sulla sua gestione da parte del governo, delle regioni e di tutti i soggetti a vario titolo impegnati in questa che, non a caso, è stata definita guerra. Ma la fine di questo anno terribile, inedito, inimmaginabile, e che sembra venire, con il suo carico di paure ancestrali e future, dalla notte dei tempi della storia dell’uomo sulla terra, ebbene, l’uscita di scena del 2020, anche con il varo della manovra, induce a più di una riflessione. Inevitabilmente amara e sconsolata.

Anche a volere concedere attenuanti per quello che riguarda la prima fase dell’emergenza Coronavirus, il dato più critico dell’intera gestione pubblica dell’epidemia è che governo e istituzioni hanno operato in difesa, in maniera irrazionale e senza alcun criterio di programmazione e di prospettiva. Insomma, non solo non siamo stati un modello, come hanno sostenuto inopinatamente il premier Giuseppe Conte e più di un ministro, ma abbiamo fallito su più fronti. Il primo è quello strettamente sanitario: arrivati con strutture inadeguate e smantellate, personale insufficiente, capacità di risposta al minimo, abbiamo perso mesi vitali senza rinforzare al meglio, con assunzioni, dotazioni, mezzi, il sistema sanitario nazionale. Il risultato è che la seconda ondata ci ha travolto come e più della prima. Ma non abbiamo tratto nessuna lezione. E ancora stiamo a discutere del ricorso al Mes o delle risorse del Recovery per la sanità. Non è andata meglio sul versante scuola, chiusure e ristori per le attività economiche. A fronte di didattica a distanza, limitazioni, zone colorate e lockdown rivelatisi o eccessivi o poco efficaci o realizzati a stop and go, abbiamo fatto una valanga di debiti per una lunga e costosa raffica di bonus, incentivi, benefit privi di fondamento, evaporati in svariati click day mal funzionanti. Ma non siamo tornati al punto di partenza, siamo purtroppo a un passo dal baratro.