Italia in zona gialla: troppi divieti e pochi controlli. Flop garantito

C'è qualcosa che ci sfugge. Anzi, parecchie cose. Da oggi al bar, ad esempio, potremo prendere il caffè al banco, ma consumarlo fuori. Domanda: dov’è la differenza? Fino a ieri la tazzina e la brioche le prendevamo dalle mani del barista o ce le lanciavano, e noi cercavamo di "pararle" sulla soglia del locale? Potremo anche andare in barca rispettando il distanziamento. Cioè? Vietato speronarsi? Eventi, matrimoni? Buio assoluto. Da un anno è tutto fermo, e il sospetto di quelli del settore è che prima o poi si apra qualche spiraglio solo al calar delle tenebre e con un coniuge alla volta.

Bollettino Covid del 26 aprile

E ancora. Il coprifuoco scatta alle 22, o slitta se saldiamo il conto al ristorante come ha ipotizzato la ministra Gelmini, poi bacchettata dagli Interni? Vale l’ora legale, o quella dello scontrino senza multa? Insomma, da oggi si riparte un po’, e questo è positivo. Porte socchiuse. Ma con la sensazione di muoversi in un labirinto di divieti, permessi e interpretazioni da cui sarà difficile uscire; di viaggiare su un crinale talmente sottile per cui sarà facile scivolare nel non rispetto delle regole: troppe, forse per essere rispettate. Ammesso che ci sia una volontà, vera, concreta, collettiva di seguirle. Sia dai cittadini, sia dalle autorità, al di là delle ovvie dichiarazioni ufficiali.

Se non vogliamo ipotizzare quello che succederà da oggi, possiamo infatti volgere lo sguardo a quanto è accaduto ieri: con le strade piene, i parchi affollati, le mascherine al vento, le distanze ridotte. Per non parlare delle movide serali, di massa, sfacciate, incoscienti. Incontrollate. Ecco, il vero problema sta proprio qui: nei controlli e nelle sanzioni. Che sia esatto il lodo Gelmini sul coprifuoco, o che valga la regola carceraria della luce spenta alle 22, cosa cambia se non ci sono divise a vigilare e multe a punire? Ieri come oggi.

Perché il problema è molto semplice: o lo Stato ha gli uomini, i mezzi e la volontà vera per far rispettare le leggi, oppure è inutile metterle. Tanto più se ne vengono prodotte a decine, complesse e a volte confuse. Se no, meglio fare appello al buon senso della gente. Che spesso manca, certo. Ma fa altrettanti danni della confusione sul coprifuoco. Un divieto oramai sul viale del tramonto. Che non risolve la crisi sanitaria, né provocherà una crisi di governo. Utile solo a procurare collettive crisi di nervi. Con o senza il lodo-scontrino.