Troppi contagi, Lombardia arancio scuro Mezza Italia scivola verso il lockdown

Attesa per il monitoraggio settimanale di oggi: quattro regioni rischiano la zona rossa. Oltre 23mila nuovi positivi, mai così tanti da gennaio

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di Alessandro Farruggia

È un’Italia sempre più rossa e arancione. L’attesa avanzata delle varianti è inarrestabile senza un lockdown e per questo ogni giorno peggiora il quadro epidemiologico. Oggi il ministero della Salute, dopo il monitoraggio settimanale dell’Iss sui dati delle Regioni, stringerà le misure su diverse regioni. A rischio c’è in primis la Lombardia, che per scongiurare la stretta ha proclamato da mezzanotte l’arancione scuro e ha registrato oltre 5mila tamponi positivi in 24 ore, una soglia che non si raggiungeva da novembre, quasi doppiando la Campania (2.780), l’Emilia Romagna (2.545), il Piemonte (2.167), il Lazio (1.702) e poi Veneto (1.487), Puglia (1.438) e Toscana (1.239).

L’ordinanza firmata ieri mattina dal governatore Attilio Fontana è valida fino al prossimo 14 marzo e prevede tra l’altro lo stop alla didattica in presenza in tutte le scuole di ogni ordine e grado (tranne gli asili nido), il divieto di utilizzare le aree giochi all’interno dei parchi e quello di recarsi nelle seconde case e stabilisce l’accesso limitato nelle attività commerciali (un solo componente per famiglia). L’ordinanza, dicono a Palazzo Lombardia, è stata presa visto che "la situazione epidemiologica presenta le condizioni di un rapido peggioramento con un’incidenza in crescita in tutti i territori della Lombardia, anche in relazione alle classi di età più giovani". Ma l’ordinanza potrebbe non bastare per evitare la zona rossa anche perché il tasso di occupazione delle terapie intensive è del 38% (sopra la soglia del 30%) e quello di area non critica è al 43% (sopra la soglia del 40%).

Va detto che la Regione Lombardia non è sola a temere l’inserimento nella fascia rossa. A forte rischio ci sono l’Emilia Romagna, la Campania, e l’Abruzzo (oggi tutte arancioni), che potrebbero aggiungersi a Molise e Basilicata. In Emilia Romagna l’Rt è sopra 1.25, anche se di poco, il tasso di occupazione di terapie intensive è al 34% (sopra soglia) e quello di area non critica al 42%. Nell’Emilia-Romagna si registra lo strappo di Ferrara: "Ciò che posso dirvi con certezza – scrive il sindaco leghista Alan Fabbri ai suoi concittadini – è che se il ministero della Salute confermerà la nostra regione in zona arancione, Ferrara non accetterà ulteriori restrizioni regionali. A meno che non siano motivate da dati sensibilmente peggiorativi".

La Toscana, il Piemonte (dove Crescentino nel Vercellese diventa zona rossa), come l’Umbria e il Trentino Alto Adige resteranno arancioni e forse avranno compagnia, perché anche la Calabria - che chiuderà tutte le scuole -, Friuli Venezia Giulia e Veneto rischiano l’arancione, mentre il Lazio e il Veneto restano fino all’ultimo tra giallo e arancione. La Liguria dovrebbe restare invece gialla e così altre regioni come la Puglia e la Sicilia (dove Riesi diventa però zona rossa).

Nelle Marche, dove già Ancona è zona rossa, il governatore Acquaroli firmerà oggi una ordinanza con la quale da sabato e fino al 14 marzo sarà in zona rosa anche Macerata, ma il resto della regione dovrebbe restare arancione. "Da sabato le province di Ancona e Macerata saranno in zona rossa, che prevede tra le altre misure anche la didattica a distanza per tutte le scuole di ogni ordine e grado comprese le Università – si legge nella nota della Regione Marche – . Le altre province di Pesaro Urbino, Fermo e Ascoli Piceno restano in zona arancione, con la chiusura e Dad al 100% delle scuole secondarie di primo grado e di secondo grado e delle Università". Va sottolineato che la mappa epidemiologica delle regioni europee aggiornata dall’Ecdc, il centro europeo per il controllo delle malattia, classifica in rosso scuro, la fascia di massimo rischio per Covid-19, l’Emilia Romagna e le province autonome di Trento e Bolzano, queste ultime in rosso scuro anche la settimana scorsa. A sollecitare il cambio di colore ci sono anche alcuni territori. "La forte crescita del contagio in Campania rende ormai inevitabile la zona rossa nella regione – scrive in una nota l’Unità di crisi della Regione Campania – dopo che nelle ultime settimane si è registrato un fortissimo incremento di positivi, connesso alle varianti, soprattutto quella inglese".

Il bollettino quotidiano del ministero della Salute dice che in 24 ore i test positivi sono stati quasi 23 mila, un livello mai toccato da gennaio, duemila più di mercoledì, nonostante meno tamponi, calati da 358 mila a 339 mila. Il tasso di positività sale dal 5,8% al 6,7%. Le vittime sono ancora 339, ma a preoccupare sono i 232 ingressi in terapia intensiva – il secondo dato più alto da quando si calcolano, a inizio dicembre - con un saldo negativo di 64 e i 394 ricoveri in più nei reparti ordinari. Come dire, la pressione cresce.