Anoressia, ospedali pieni: "Mia figlia di 11 anni rischia di morire"

Ricoverata in Pediatria, ma servono cure specialistiche. L’Iss: casi cresciuti del 40% dopo il Covid

Isabelle Caro, la fotomodella anoressica che posò per Oliviero Toscani, morì nel 2010

Isabelle Caro, la fotomodella anoressica che posò per Oliviero Toscani, morì nel 2010

Ferrara, 22 giugno 2022 - È un grido di aiuto e una corsa contro il tempo per salvare la figlia dall’anoressia. Ha solo 11 anni e mezzo e la sua vita è appesa un filo sottile di battiti, in un letto di ospedale. Ha bisogno di un reparto specializzato. Che non c’è. "Al Sant’Orsola di Bologna – racconta il padre – non ci sono posti letto disponibili. Ho chiamato mille cliniche. Piene, oppure mi dicono che mia figlia è troppo piccola". Di fatto al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Orsola, le emergenze in arrivo con queste patologie sono aumentati di 2-3 unità alla settimana.

Non c’è posto. Un dramma: "Da undici giorni mia figlia non si nutre se non attraverso una flebo e un sondino nasale – dice il padre che ha gridato in queste ore tra le lacrime e la rabbia, un appello talmente forte da aver tuonato nelle stanze più alte della sanità nazionale, della politica, del volontariato –. Non è solo il cibo il problema. Rifiuta anche l’acqua".

Servono cure specifiche e conoscenze, per uscire da un tunnel che sembra incontrare solo barriere. Come raccontano i famigliari: "La Pediatria di Cona sta facendo il possibile, ma non ha i mezzi. Lavorano per affrontare una sofferenza disumana – racconta il padre –, ma non hanno strumenti. E non si trovano posti in Regione e fuori Regione. Serve un’equipe specializzata. Psichiatri, psicologici, nutrizionisti". Storie di vita e di drammi: "Ci sono altre due ragazze della stessa età, di 11 e 12 anni, ricoverate a Cona per la stessa malattia – fa notare il padre –. Li mettono tutti in una pediatria generica insieme ad altri bambini. Ma questa malattia è diversa". È una corsa contro il tempo. Anche il sindaco di Ferrara Alan Fabbri, lunedì, è sceso in campo lanciando un appello "a tutti i centri specializzati del Paese perché – ha detto – il fattore tempo è fondamentale per salvare una vita".

L’anoressia. Una piaga immensa. I casi sono superiori alla capacità di risposta che il sistema sanitario può dare. Il 15 marzo, gli atti dell’Istituto superiore di sanità, rivelavano che i casi sono aumentati del 40% con il Covid. Una pandemia nella pandemia. La diagnosi più frequente è di anoressia nervosa. Il 36% riguarda bambini nella fascia 11-13 anni. "Ho smesso di piangere perché ho dovuto tirare fuori la rabbia", allarga le braccia il padre. Vite stravolte appese a un filo di speranza: "Ci sono tanti ragazzini che stanno male – insiste –. Diciamo che loro sono il ‘nostro futuro’, ma purtroppo il nostro futuro si sta ammalando adesso e non ci sono neuropsichiatri formati, in grado di gestire questa situazione".

Tutto inizia a febbraio. "Ha cambiato umore – descrive il padre –. Ha incominciato a togliere il secondo, a dividere il piatto a metà, a mangiare solo una parte. Quando ha rifiutato l’acqua, l’alternativa era solo il ricovero. Il buio lo incontri nei suoi occhi quando le presenti un piatto o un bicchiere. Alza un muro. Impenetrabile". Poi l’appello: "Non si può morire a undici anni – grida il padre – qualcuno la deve aiutare".

E anche il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, ha lanciato un appello a tutti i centri d’Italia: "È una corsa contro il tempo, questa famiglia va aiutata. I centri specializzati si facciano avanti".