Garattini: "Troppe varianti, il Covid va fermato. Giusto vaccinare anche i sedicenni"

Il farmacologo all’Oms: aiutare i Paesi poveri? Togliamo i brevetti. Governo su Tik Tok per invogliare i ragazzi

Il farmacologo Silvio Garattini, 92 anni, si è convintamente vaccinato contro il Covid

Il farmacologo Silvio Garattini, 92 anni, si è convintamente vaccinato contro il Covid

Una nuova ‘operazione giovani’ in tutto il Paese, coinvolgendo gli influencer su Tik Tok per convincere i 16enni a fare il vaccino, mentre per gli under 30 la sensibilizzazione avverrà attraverso i vip di Instagram, Facebook e Twitch. È la strategia messa a punto dal Governo (attraverso il Ministero per le politiche giovanili), che al contempo punta a ridurre il gap tra le Regioni nelle vaccinazioni e ad aumentare le somministrazioni anche con strategie di redistribuzione. La prossima settimana è previsto l’arrivo di altre tre milioni di dosi: oltre ai 2,1 milioni di Pfizer, dovrebbero essere distribuiti anche 200mila shot di Johnson & Johnson, 500mila di Astrazeneca e oltre 100mila di Moderna. La Lombardia è stata la prima Regione a programmare un piano di vaccinazione per la fascia di età dai 16 ai 29 anni. La profilassi sarà prenotabile a partire dal prossimo 2 giugno in maniera tale che i ragazzi potranno ricevere la dose iniziale prima di andare in vacanza. La strategia, però, non convince l’Organizzazione mondiale della sanità che ha invitato i Paesi ricchi a donare i propri vaccini a Covax, l’ente internazionale che mira a garantire la campagna vaccinale anche nel Terzo mondo, piuttosto che immunizzare bambini e adolescenti.

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Bollettino Covid del 16 maggio

"Donare dosi ai Paesi del terzo mondo, come richiesto dall’Organizzazione mondiale della sanità, non è risolutivo: i sieri scarseggiano, anche qui in Italia rischiamo di non completare il ciclo di vaccinazioni entro l’anno, sospendiamo piuttosto i brevetti". E la profilassi ai sedicenni, in programma in Lombardia? "Sono potenziali vettori dell’infezione, vanno protetti per fermare la circolazione del Covid ed evitare nuove mutazioni". Silvio Garattini, 92 anni e non sentirli affatto. Anzi, il farmacologo, fondatore nonché presidente dell’Istituto di ricerca 'Mario Negri', si conferma tra le menti più lucide nella messa a punto della strategia di contrasto alla pandemia. Sempre sul pezzo anche in queste ore in cui a tenere banco nel dibattito pubblico sono la questione dell’immunizzazione dei giovanissimi e il nodo del supporto agli Stati poveri.

Professore, ha senso vaccinare chi, vedesi i sedici anni, anche se contrae l’infezione, difficilmente si ammala in forma grave?

"Il problema è sempre quello delle persone che, pur avendo nessuno o pochi sintomi, possono comunque trasmettere il virus ad altri. Vanno protetti anche questi soggetti a basso rischio di malattia, dobbiamo scongiurare che il Covid continui ad essere presente sul nostro territorio".

Quale profilassi è più indicata per i 16enni?

"In teoria andrebbe preferito Pfizer, che, durante le fasi di sperimentazione, è stato inoculato anche ai giovanissimi. Tuttavia, con la carenza di forniture, non possiamo permetterci certo di scegliere il tipo di profilassi".

Sta di fatto che sbaglia chi frena sulla profilassi ai ragazzi, sostenendo la necessità di far circolare il virus, affinché si adatti all’uomo e noi a lui?

"Assolutamente, è un gravissimo errore, il Covid muta, non è che sta fermo. Lo ha già fatto centinaia di volte in quest’anno e passa di pandemia. Comunque, con riferimento alla Lombardia, stiamo parlando di una programmazione della vaccinazione a partire dal prossimo due giugno. E non è detto che l’attuazione delle vaccinazioni non sia poi ritardata per mancanza di fiale".

La stessa Regione dichiara d’iniettare 85mila dosi al giorno, ma ne chiede 120mila per accelerare in maniera significativa la campagna vaccinale.

"Il nervo scoperto resta sempre quello della fornitura dei farmaci. Stiamo seguendo opportunamente la strada britannica di dare priorità alla vaccinazione dell’intera popolazione con una prima somministrazione. Tuttavia, siamo in ritardo sulla tabella di marcia: ancora nemmeno la metà degli italiani ha ricevuto una copertura parziale anti-Covid, siamo poco oltre il 30%".

Quale è la sua paura?

"Temo che, se persisteranno i problemi di approvvigionamento delle fiale, non riusciremo a terminare il ciclo vaccinale entro l’anno"

E intanto l’Oms chiede all’Occidente di prendere tempo sulla copertura dei giovanissimi per fornire proprie scorte ai Paesi del terzo mondo.

"Attenzione, l’Oms fa bene a richiamare gli Stati più benestanti a non pensare solo alla propria situazione. Arginare l’infezione nel sud della Terra non è beneficenza, è nel nostro interesse, perché bisogna scongiurare che il virus muti in continuazione e che si sviluppino ceppi resistenti ai vaccini a disposizione".

Non resta, dunque, che sostenere Covax, l’organizzazione creata dalle Nazioni Unite, per garantire la campagna vaccinale nei Paesi a basso reddito.

"Sì, ma non facciamo certo la differenza trasferendo parte dei nostri vaccini agli Stati più poveri che necessitano di 15 miliardi di dosi. Mancano a noi stessi le fiale necessarie per portare a termine la campagna vaccinale. Bisogna produrre miliardi, non milioni di profilassi, è questa la soluzione ".

Il Papa sostiene la sospensione dei brevetti per un’equa distribuzione dei vaccini. Draghi e Biden lo appoggiano.

"Hanno ragione, non si capisce perché con oltre 3 milioni di morti nel mondo ancora si dia così tanto peso alla proprietà intellettuale. Ci sono troppi soldi in ballo".

Gli avvocati del diavolo in questo caso replicano che, liberalizzando la produzione dei vaccini, non tutti gli Stati potrebbero garantire standard di qualità.

"Sciocchezze. Le profilassi non sarebbero prodotte da aziende farmaceutiche dei Paesi ricchi che hanno a disposizione organismi di sorveglianza come l’Aifa. In un secondo tempo sarebbero distribuite nel terzo mondo".