Giovedì 18 Aprile 2024

Troppe distrazioni in classe. “Cellulare vietato anche ai prof", la preside: lasciatelo all’ingresso

La decisione di un istituto di Caserta. Sindacati sul piede di guerra, poi la dirigente chiarisce: “Il divieto si limita alle ore di lezione, e vale anche per il personale Ata" .

Antonella Tafuri, preside dell’istituto

Antonella Tafuri, preside dell’istituto

Caserta, 30 marzo 2023 – Fuori i cellulari dalle classi. Stavolta a dirlo non è il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che lo scorso dicembre aveva silenziato gli smartphone degli studenti, ma la dirigente scolastica dell’istituto omnicomprensivo statale Formicola-Liberi-Pontelatone del paesino di Formicola, in provincia di Caserta. La preside Antonella Tafuri ha pensato di usare la mano più pesante di Valditara, bloccando l’uso dei cellulari anche ai docenti e al personale amministrativo e tecnico. Imponendo una sorta di coprifuoco dei ‘mobile’ che si trovano sotto il tetto dell’istituto di via Cantiello e dei 10 plessi in cui si svolgono le lezioni. Il "suggerimento" di depositare gli smartphone all’ingresso della scuola, "in un apposito contenitore", è stata comunicato attraverso una e-mail. Nessuno, dunque, potrà entrare in aula, portando con sé il telefonino, nemmeno se silenziato.

L’iniziativa è stata presa "essendosi verificate diverse segnalazioni incresciose" si legge nella nota recapitata al personale docente e Ata. Da qui il "divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni e in orario di servizio, trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui". Ancora più esplicito un passaggio della nota di servizio della dirigente che ribadisce l’indicazione di Valditara, salvo poi aggiungere un ’carico da novanta’ avente come obiettivo il corpo docente. "Il divieto risponde a una generale norma di correttezza, in quanto l’utilizzo del telefono cellulare eo di altri dispositivi elettronici rappresenta un elemento di distrazione. Il divieto di utilizzare il cellulare è da intendersi rivolto quindi anche al personale della scuola (docenti e personale Ata). Per i docenti il divieto è limitato alle ore di lezione eo di laboratorio a diretto contatto con gli studenti".

Una proibizione che, a memoria di prof, non è mai stata così perentoria e severa. E anzi sono in molti a considerarla arbitraria perché nelle indicazioni del ministro, fatte pervenire alle scuole, non c’è. Una sorta di reciprocità prof-alunni che scatena i mugugni dei sindacati che contestano la nota e si preparano a impugnarla presso l’Ufficio scolastico regionale. Tanto che la preside Tafuri, sentendosi nel mirino, tira un po’ il freno: "Non si obbliga nessun docente a lasciare il cellulare nel contenitore. Se lo si tiene in borsa, in tasca, e non lo si usa, non c’è alcun problema. Ma almeno, credo che dopo la mia iniziativa nessuno avrà la sfrontatezza di tirarlo fuori". Poi nel dettaglio spiega i motivi per un’azione tanto clamorosa: "Vogliono dipingermi per forza come la strega della situazione, come una persona che fa abuso di potere, che intimorisce i suoi colleghi e collaboratori. Non ho firmato alcuna circolare in tal senso, ho solo formulato un invito al mio personale docente inviando ad esso una e-mail. Non c’erano ordini perentori né tantomeno formule che potessero dare adito a una qualche imposizione".

Un "invito" che è andato di traverso ai sindacati dei prof, alla Gilda in particolare. "Ho chiesto loro di non utilizzare il telefonino durante le ore di lezione perché ho già ricevuto molte lamentele da parte di genitori e alunni", ribatte Tafuri. La dirigente non è nuova a iniziative di rottura. Nel periodo pandemico vietò agli studenti di portare in classe merende fatta in casa e di ricorrere solo a cibi preconfezionati. "Era solo per una questione di igiene".