Giovedì 18 Aprile 2024

Troll russi sul voto Usa Lo chef di Putin rivela "Raffica di fake news contro i democratici"

L’uomo d’affari Prigozhin: abbiamo interferito e lo faremo ancora "Nelle nostre operazioni chirurgiche rimuoveremo i reni e il fegato"

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di Marta

Ottaviani

La Russia sta cercando di influenzare il voto delle elezioni di Midterm negli Usa (si va oggi alle urne, mentre 40 milioni di americani hanno già votato) e adesso se ne vanta pure. La ‘confessione’ arriva tramite i social, mezzo con il quale Mosca ha costruito un vero e proprio impero della verità ribaltata da almeno 10 anni. L’autore è Evgenij Prigozhin, già noto come ‘il cuoco di Putin’ e padrone della Wagner, l’esercito di mercenari più numeroso del mondo, e da ieri ufficialmente anche padre della ‘fabbrica delle notizie’ della quale il Cremlino si è servito per influenzare l’opinione pubblica di mezzo mondo. L’imprenditore ha dichiarato che ci sono state interferenze nelle elezioni di Midterm e che queste continueranno. Ha parlato al plurale il motivo è presto detto. L’ingerenza nella campagna Usa è stata possibile grazie all’attività della sua Internet Research Agency, meglio nota come ‘la fabbrica dei troll’, nata a San Pietroburgo e che a partire dal 2013 ha cercato di interferire nel dibattito pubblico di altri Paesi, non solo in occasione di scadenze politiche, come le elezioni Usa o il referendum sulla Brexit, ma anche sui grandi temi di dibattito pubblico, in testa migrazioni e vaccini.

La dichiarazione di Prigozhin è programmatica fino all’inquietante, anche se lui pensa di aver parlato in modo ‘delicato, sottile e ambiguo’. "Ci siamo intromessi e ci intrometteremo – ha spiegato –. Accuratamente, chirurgicamente e a modo nostro, come sappiamo fare. Durante le nostre operazioni di precisione, rimuoveremo entrambi i reni e il fegato contemporaneamente". Il riferimento è alla guerra dell’informazione russa, che fa parte di una strategia di guerra non lineare e dove destabilizzare un Paese dal suo interno, tramite il dibattito pubblico, è una delle componenti più importanti. A questo Prigozhin si riferisce quando parla di "modo chirurgico, come sappiamo fare". C’è poi la metafora della rimozione di reni e fegato. Organi vitali, senza i quali non può sopravvivere. Come la democrazia di una nazione, quando le viene tolta una cosa che per l’Occidente è un valore imprescindibile e per la Russia una cosa da limitare o da usare come arma: la libertà di espressione. Quanto affermato da Prigozhin ieri, dunque, è quello che gli Stati Uniti hanno imparato a conoscere da anni, ma che non hanno ancora trovato il modo di fronteggiare e che in Italia faticano a capire: la possibilità di esprimere il proprio pensiero viene considerata dal Cremlino come un ventre molle in cui colpire per fare passare la sua versione dei fatti, che spesso è una realtà totalmente distorta. Un bel problema, destinato a ripetersi in futuro all’infinito.

Un nuovo modo di fare la guerra, inventato e perfezionato dalla Russia, ma del quale possono avvalersi tutti, soprattutto le potenze a tendenza autocratica. Il New York Times ieri ha lanciato l’allarme. Nelle ultime settimane sono stati riattivati decine di migliaia di account Twitter, utilizzati durante le elezioni americane del 2020 e le ore drammatiche dell’assalto a Capitol Hill. Ovviamente sono tutti contro il presidente Joe Biden e il partito democratico. Quello che Prigozhin non ha spiegato è perché questa confessione arrivi proprio adesso. Oltre al motivo internazionale, ce ne potrebbe essere uno interno. Da qualche tempo, l’ex chef sta cercando di fare strada in politica. Dimostrare di aver influenzato il voto americano, potrebbe iniziare a fargli guadagnare le simpatie di un potenziale elettorato e attirare quella parte del cerchio magico di Putin, che per il momento lo snobba.