
Tre persone indagate per lesioni volontarie. Ora però la loro posizione. potrebbe aggravarsi.
Non è morto per il taser, ma per le conseguenze di un trauma al torace. L’autopsia chiarisce le cause del decesso di Riccardo Zappone (foto), il 30enne deceduto martedì mattina a Pescara, dopo una rissa e dopo essere stato colpito con il taser dalla polizia. Il ragazzo – secondo i riscontri del medico legale Cristian D’Ovidio – è morto per una "sommersione interna emorragica da trauma toracico chiuso", mentre l’utilizzo del taser, scrive la Procura, "non ha avuto alcun ruolo" Potrebbe cambiare, a questo punto, la posizione dei tre indagati per la rissa, mentre gli inquirenti procedono contro ignoti per omicidio colposo.
Il fatto, secondo quanto ricostruito, è avvenuto martedì mattina, nel quartiere San Donato di Pescara. Secondo quanto emerso, il 30enne – con problemi di tossicodipendenza e seguito dal Centro di salute mentale di Chieti – sarebbe stato coinvolto in una rissa, con tanto di bastoni, in un’officina. L’uomo sarebbe stato colpito. All’arrivo della polizia, Zappone avrebbe avuto un attacco psicotico e gli agenti, vista la complessità dell’intervento, hanno usato il taser. Poi il trasferimento in questura (senza che fosse visitato).
Una volta in camera di sicurezza il malore, l’intervento del 118 e la corsa in ospedale, ma ogni tentativo di rianimarlo è stato inutile. Tre gli indagati: un 61enne, un 55enne e un 37enne. Si tratta del titolare dell’officina, del fratello e del genero, per i quali l’ipotesi di reato è lesioni volontarie aggravate dall’uso dell’arma e dal numero delle persone. La posizione potrebbe cambiare. Si procede, invece, per ora contro ignoti per omicidio colposo. Restano da chiarire le cause della rissa.