Rivoluzione trapianti, sì al silenzio-assenso

Dopo 20 anni il ministro firma il regolamento: "Si potranno salvare più vite"

La ministra della Sanità Giulia Grillo (Ansa)

La ministra della Sanità Giulia Grillo (Ansa)

Roma, 21 agosto 2019 - Il primo step per giungere all’applicazione del principio del silenzio-assenso per la donazione degli organi è superato. Ieri il ministero della Salute ha firmato il decreto che contiene le norme del regolamento sul Sistema Informativo Trapianti (Sit), previsto dalla legge 91 datata aprile ’99.  "Abbiamo finalmente sbloccato dopo 20 anni un passaggio fondamentale per l’applicazione del silenzio-assenso – conferma il ministro Giulia Grillo –. Potranno così essere salvate molte più vite, ma per farlo i cittadini devono essere adeguatamente informati e consapevoli e per questo lanceremo una nuova campagna informativa". Il ministero ha reso noto inoltre che nei prossimi mesi saranno attuate le altre prescrizioni della legge 91/99, in primis l’adeguamento dell’Anagrafe nazionale degli assistiti (Ana) in tutte le aziende sanitarie.

"Il completamento dell’Anagrafe nazionale – precisa Massimo Cardillo, direttore del Centro Nazionale trapianti (Cnt) – che raccoglie a cura delle Ausl tutti i dati degli utenti del Servizio sanitario nazionale è un lavoro che sarà ultimato credo, in poche settimane". Dopo aver censito gli assistiti si dovrà individuare il sistema più adeguato per raggiungere gli utenti con più di 18 anni che potranno manifestare il loro assenso o la loro eventuale contrarietà alla donazione nelle sedi adeguate.  "Le moderne tecnologie – sottolinea Cardillo – offrono la possibilità di una notifica capillare in maniera più semplice che in passato. Anche questo passaggio potrà quindi avvenire in maniera molto rapida".

A conti fatti il silenzio-assenso per la donazione degli organi potrebbe essere concretamente applicato nel nostro Paese entro un anno. "Mi sembra un tempo plausibile – prosegue il direttore del Cnt– per portare a termine gli altri due passaggi necessari, a cui va aggiunta una campagna di informazione per rendere concreta la norma che fa crescere ancora di più la leadership dell’Italia in Europa nel campo dei trapianti". La diffusione della pratica della donazione, seppur in aumento negli ultimi anni, è ancora insufficiente a coprire le effettive necessità. "L’obiettivo è abbattere la percentuale delle opposizioni che attualmente si aggira intorno al 30% – precisa Cardillo – perché purtroppo spesso sono i familiari a dover decidere. Altro punto d’arrivo è sostenere una migliore organizzazione degli ospedali affinché tutte le potenziali donazioni possano essere proposte". 

Nell'ottica di una scelta consapevole, quali sono gli aspetti più importanti da considerare? "Anzitutto che il trapianto è l’unica strada possibile in molti casi per salvare una vita – spiega lo specialista–. In secondo luogo, il prelievo avviene soltanto quando la morte cerebrale e quindi del paziente è accertata senza alcun dubbio dai sanitari. Terzo il sistema delle donazioni in Italia è il più garantista del mondo: l’intervento è completamente a carico del Servizio sanitario nazionale e chiunque può beneficiarne a differenza di altri Paesi".