Tra No vax e governisti Salvini tenta lo slalom

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Il leader Matteo Salvini fa spallucce: non ho timori per la tenuta del partito e "chi va lo ringrazio, lo saluto e tanti auguri". È la reazione all’addio dell’europarlamentare veneta (la nota pasionaria No vax) Francesca Donato, che molla il partito in polemica sul Green pass. Sostiene che è prevalsa la posizione di Giancarlo Giorgetti, esponente “governista“ della Lega, favorevole alla carte verde e ai vaccini: "La linea contro il Green pass, pur condivisa da larga parte della base, è diventata minoritaria. Io non mi trovo più a mio agio e tolgo tutti dall’imbarazzo". L’addio della Donato arriva dopo giorni e giorni di tensione all’interno del Carroccio tra chi vuole seguire Giorgetti (in particolare i governatori del Nord, il veneto Luca Zaia e il friulano Massimiliano Fedriga) e chi, come Alberto Bagnai, Claudio Borghi, Armando Siri e Roberta Ferrero è da sempre critico sulle misure volute dall’esecutivo, sia sulla carta verde che sulla vaccinazione per tutti.

Insomma, l’addio della Donati è la punta dell’iceberg di un disagio (che peraltro non mette in discussione la leadership di Salvini) che serpeggia nella Lega. Non si tratta di un problema ideologico, ma pratico: il Nord deve produrre e quindi ha bisogno, a detta dei “governisti“, di condizioni di sicurezza. Gli ammiccamenti di Salvini ai “ribelli“ non sono piaciuti. Addirittura c’è qualcuno che ipotizza, in caso di risultati non buoni alle amministrative, un partito ancor più spaccato. Molto dipenderà dai risultati di lista. A conferma del malumore non solo l’uscita di Donato (avrebbero cercato di convincerla ad aspettare il voto), ma anche le continue dichiarazioni di unità: ieri Salvini ha postato su Twitter foto con Giorgetti e i governatori Zaia, Fontana e Fedriga seguite dal commento "dedicato a chi ci vuole male. Uniti si vince!".

Inoltre, a Montecitorio, la Lega ha votato la fiducia al dl sul Green pass: erano presenti 80 deputati su 132, il 60 per cento, con 11 in missione tra gli assenti e 42 non giustificati. E anche su questo punto Salvini è intervenuto, cercando di deviare l’attenzione dalle divisioni nel partito: "In un governo senza Lega questi approvano in un minuto Ius soli, ddl Zan e figuriamoci cosa succederebbe con gli sbarchi. Non darò a Letta e Conte la soddisfazione di massacrare l’Italia per due anni: noi stiamo qui e combattiamo". E, alla domanda se stia vincendo la linea di Giorgetti, il numero uno del Carroccio è durissimo: "Non commento le fantasie, commento la realtà e la realtà sono le bollette, le tasse, la lotta contro l’Imu. La Lega è una. Poi ci sono sfumature".

Francesco Ghidetti