Martedì 23 Aprile 2024

Tra Lady D e Kate la spunta Camilla La ‘strega cattiva’ diventerà regina

L’investitura di Elisabetta II: a lei la corona quando Carlo sarà re. Il riscatto di una donna da sempre nell’ombra

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di Viviana

Ponchia

LONDRA

L’importanza di sapere aspettare. L’umiltà di andare a rintanarsi nell’ombra in attesa del proprio turno. Perché il tempo cambia le cose, gli umori. E alla fine anche il futuro delle dinastie. "In the fullness of time", quando Carlo diventerà re, al suo fianco non ci sarà solo una principessa consorte: Camilla Parker Bowles ha ottenuto l’upgrade e potrà essere chiamata regina. Lo ha stabilito proprio the Queen, facendo della questione il punto forte del suo discorso del Giubileo di Platino, i settant’anni di regno che per durata non hanno precedenti nella storia della Corona. "La mia cara moglie è stata il mio costante supporto per tutto il tempo", ha commentato Carlo. A corte non la metterebbero mai su questo piano, ma l’improvvisa sterzata vista dal basso assomiglia a una doppia rivincita della donna che Lady Diana chiamava "il rottweiler" o, quando non era in vena di metafore, "l’usurpatrice che mi ha rubato 15 anni di felicità coricandosi con il mio futuro marito persino la notte prima del matrimonio". Rivincita nei confronti di quel fantasma malinconico che il popolo non è mai riuscito a dimenticare, ma anche sulla strepitosa riuscita dell’operazione simpatia di Kate duchessa di Cambridge, per la quale pareva ormai cosa fatta. Vogliamo andare in cerca di segnali premonitori? Basta sfogliare il bestseller "The Duchess: the untold story", firmato dalla scrittrice di corte Penny Junor, una storia di corna e intrighi che ruota attorno a Camilla e avrebbe dovuto far drizzare le antenne alla moglie di William. Qui si rinfresca la leggenda dell’eterna rivale che decise di sedurre il principe non per amore ma per vendicarsi di Andrew Parker Bowles, allora fidanzato e poi marito, impegnato a spassarsela con la principessa Anna. Ma mentre Carlo viene liquidato come "l’architetto del disastro di casa Windsor" e Lady D passa per bugiarda intenta solo a delegittimare l’antagonista, Camilla si staglia come modello di equilibrio e autoironia. Insomma il modo più rapido di preparare il terreno alla futura incoronazione, alla faccia delle nuove leve. E adesso indietro non si torna. Elisabetta II al culmine dei festeggiamenti ha gradito il "Coronation chicken", pollo freddo in salsa curry servito con insalata, e poi ha cambiato il corso della storia. Après moi le déluge? Macchè, roba da francesi rammolliti. Apreé moi, Camilla. Quando i tempi saranno maturi. Quando il suo fragile primogenito eternamente in panchina salirà sul trono, si spera con le proprie gambe vista l’età. Storditi dalla Brexit, dalla pandemia, dalle intemperanze del principe Andrea, dalle feste di Boris Johnson e dalla diaspora di Harry e Meghan, gli inglesi devono fare i conti anche con una prospettiva che non avevano previsto: un futuro re anziano e una regina consorte che fino all’altro ieri consideravano grossomodo una strega. Quando si sposarono, nel 2005, Carlo e Camilla la presero bassa. Dissero che sebbene lei ne avesse diritto, avrebbe rinunciato al titolo di regina (come aveva rinunciato al titolo di principessa di Galles), per non offendere la memoria di Diana.

Hanno cambiato tutti idea, anche William che evidentemente ha dato il consenso alla nonna. Perché appunto il tempo smussa gli angoli e in giro non c’è più traccia del rancore percepito nel 1995 quando in un’intervista televisiva Lady D disse: "Eravamo in tre nel nostro matrimonio, quindi era un po’ troppo affollato". E non c’è traccia dell’autoflagellazione di Carlo, che un anno dopo sempre in tv ammise l’infedeltà posponendola però oltre le macerie di un legame finito. Dopo la morte della principessa triste, nel ’97, Camilla fece l’unica possibile: si ritirò dalle scene supportando il marito a distanza. Venticinque anni dopo i sentimenti velenosi si sono addolciti, è diventata una figura centrale in quella che viene chiamata "la ditta". Se c’è un cattivo in giro, non è più lei.