Martedì 16 Aprile 2024

Tra gli amici di Città della Pieve "Il presidente Draghi, uno di noi E qui lo aspettiamo tutti"

Viaggio nel borgo umbro dove il premier e la moglie Serenella trascorrono i fine settimana. Dal sindaco ai vicini di casa, lo volevano al Quirinale. Oggi sono delusi: "Lo hanno tradito"

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Silvia Angelici

CITTA’ DELLA PIEVE

Silenzio e l’infinito delle colline che si perdono all’orizzonte umbro. Super Mario ha bisogno di aria nuova, quella della sua seconda casa. E così torna a rifugiarsi nel buen retiro in Umbria. Già giovedì sera in molti a Città della Pieve avevano notato le luci della sua villa accese. Un segnale, unito alla presenza dell’auto dei carabinieri davanti all’ingresso, che i Draghi erano arrivati. Del resto l’ex premier, nei momenti belli come in quelli più complicati, ha sempre raggiunto l’Umbria insieme alla moglie Maria Serenella alla quale è legatissimo ("Le devo tanto, chissà quante fesserie avrei fatto se non ci fosse stata lei" ha ripetutto anche recentemente). "Ogni venerdì che Dio ha messo in terra – conferma Fausto Risini, sindaco di Città della Pieve –, Draghi viene qui per disintossicarsi dalla politica. In questo frangente, ancora di più". L’atmosfera che si respira nel borgo umbro tra i pievesi che considerano il professore "uno di noi", è di grande dispiacere. Il commento è unanime: "L’Italia perde uno dei tecnici più autorevoli". "Sono dispiaciuto, come milioni e milioni di altri italiani. Le lotte di partito hanno prevalso sull’interesse del Paese – sottolinea il Risini che ci accompagna nei luoghi più frequentati nel quotidiano del premier dimissionario –. L’ho già detto e lo ripeto, voglio immaginare per lui un futuro da Presidente della Repubblica".

È il venerdì più rovente di quest’estate. Per le strade solo una manciata di residenti e turisti stranieri incantati dalle bellezze del borgo ma ignari che la Pieve oggi è sotto i riflettori non solo per le opere del Perugino ma anche per Draghi. "Chissà che non ci capiti di incontrarlo!" auspica il sindaco che ci porta dritti alla macelleria Rosi, dove il premier va personalmente a fare la spesa. "Sì, l’ho visto spesso – racconta il proprietario Marco –. Si mette in fila e anche se la gente lo invita a passare avanti lui ringrazia ma rispetta sempre il suo turno. Siamo tutti molto delusi. Una personalità di questo spessore che ci dà tanta autorevolezza nel mondo, “liquidata“ così dalla politica...!". "Non era questo il momento di aprire una crisi di governo" è il commento di Simona Carocci, direttrice della farmacia Afas. "Grosso errore far cadere Draghi – sbotta convinto un pievese di passaggio, Giuseppe Russo, che si avvicina per dire la sua –. Il professore? Certo che lo conosco è un tifosissimo della Roma. Io invece sono del Napoli, spesso commentiamo le notizie sportive: le uniche che ci vedono in disaccordo. È un grande. L’ho sentito parlare al telefono in francese e pochi minuti dopo in tedesco con la stessa padronanza". "Cosa mangia il professor non lo rivelerò mai – dice Maurizio Coppetta, ristoratore – perché la sua privacy è sacra. Lui lo sa... Poteva garantire stabilità. I partiti non riescono più a rappresentare i cittadini". Draghi qui è molto amato anche dai giovani. Al bar dei Chionne, in piazza, la conferma. "Viene ogni tanto a bersi un caffé con la scorta – dice Filippo, il figlio del titolare –. La signora Serenella invece acquista le nostre meringhe. In un Paese dove per noi giovani lui era una speranza". "Eccolo!" esclama il sindaco intorno alle 13 vedendo passare una station wagon scura. Poi la delusione: "L’auto è identica ma non era lui...".