La variante Omicron a Natale ha provocato il 45% dei casi e al momento naso che cola e stanchezza sembrerebbero i sintomi associati più di frequente alla Omicron, ma i dati sono pochi e ancora preliminari per dirlo con certezza assoluta. I primi arrivano da una ricerca del King’s College di Londra. Secondo la ricerca britannica sarebbero cinque i sintomi principali: naso che cola, mal di testa, senso di affaticamento, starnuti e mal di gola. Il governo britannico ha poi aggiunto alla lista anche febbre, tosse e perdita di olfatto e gusto, sebbene questi sintomi siano più associati alla variante Alfa che alla Omicron. Tosse, senso di stanchezza e naso che cola sono – in quest’ordine – i sintomi indicati dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti (Cdc), secondo i quali la perdita di gusto e olfatto sarebbero meno diffusi. L’epidemiologa Katherine A. Poehling osserva comunque che i sintomi finora individuati si basano sui dati osservati in alcuni casi positivi e non su veri e propri studi scientifici.
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"È prematuro parlare di sintomi perché non ci sono ancora dati affidabili pubblicati" per il virologo Francesco Broccolo della Bicocca di Milano. Quello che invece indicano i dati provenienti da Scozia e Nord Europa è che "i casi provocati dalla variante Omicron sono associati a un’ospedalizzazione decisamente inferiore, stimata due terzi in meno, ma non è chiaro se questo si debba alla copertura vaccinale o a una minore reale virulenza della Omicron" riferendosi a caratteristiche del virus come maggiore trasmissibilità, fuga dagli anticorpi neutralizzanti generati dal vaccino e maggiore capacità di replicarsi.
red. int.