"Toro Seduto era il mio bisnonno". Adesso c’è anche la prova del Dna

Ernie LaPointe, che da decenni racconta il suo avo in libri e film, è il pronipote del grande capo indiano

oro Seduto, capo dei Sioux, fu assassinato nel 1890 a Standing Rock

oro Seduto, capo dei Sioux, fu assassinato nel 1890 a Standing Rock

Dunque è lui il pronipote di Toro Seduto. Ha un nome mezzo inglese e mezzo francese, Ernie LaPointe. Ha 73 anni e vive in South Dakota. Ma è una conferma, non una rivelazione. Lo si sapeva. I Lakota Sioux avevano custodito gelosamente la documentazione genealogica. E’ l’unico discendente del grande capo, Tatanka Yotanka nella loro lingua, colui che nel 1876 a Little Big Horn massacrò Custer e l’intero Settimo Cavalleria. E poi basta guardare i due volti. Stessa fronte, stesso naso, stesso taglio degli occhi. Impressionante. Sembra davvero la reincarnazione del più famoso guerriero indiano o nativo americano, come ora è corretto dire. E allora perchè tanto risalto? Perchè la conferma viene dal Dna. E finalmente la tribù potrà decidere quale delle due tombe sia quella giusta. A Fort Yates in North Dakota o a Morbridge in South Dakota? Ora – spiega il prof. Eske Willerslev – sarà possibile confrontare il Dna di Ernie LaPointe con quello delle ossa attribuite a Toro Seduto. Willerslev, University of Cambridge, è il responsabile della perizia genetica. Ci ha lavorato 14 anni, da quel 2007 quando una ciocca di capelli del grande capo venne restituita al pronipote.

Era rimasta esposta per anni al Museo della Storia Indiana a Washington. Quando Willerslev venne a saperlo, scrisse all’anziano pronipote. Dal Dna autosomale ricavato dai capelli ha ricostruito l’ascendenza. Ora il consiglio degli anziani potrà chiarire l’ultimo dubbio. Dice Ernie: "La località giusta è Morbridge". Nel 1953 i resti furono trasferiti da Fort Yates. Ma il punto è un altro: sono davvero autentici? Sono sotto una stele eretta mezzo secolo fa dallo scultore polacco Korczak Ziolkowski, a metà strada fra Fort Yates e la riserva Lakota di Rosebud, lungo il fiume Missouri. E’ una tappa obbligatoria per i turisti che salgono sin quassù.

Molti rimangono delusi. Per queste desolate praterie si batteva il grande capo? Non esattamente. Per saperlo bisogna dirigersi a Ovest. Le Black Hills si alzano imponenti e nere. Roccia metamorfica, granito, folte foreste sotto un cielo quasi sempre cupo. Gli stessi Lakota le chiamavano "mako sica", più o meno brutto posto. Per riconquistarle i Lakota e i Cheyenne e altre tribù si scontrarono con il Settimo Cavalleria del colonnello George Armstrong Custer e lo sterminarono sino al penultimo uomo, il trombettiere italiano Giovanni Martino da Sala Consilina, arruolatosi come John Martin. Ma le Black Hills erano sacre. Erano sotto la protezione di Wacan Tanka, il Grande Spirito.

Erano state espropriate dal Congresso di Washington e aperte all’avidità dei cercatori d’oro.

Fu Toro Seduto a guidare l’assalto a Custer a Little Big Horn (25-26 Giugno 1876). Eppure non era un guerriero. Almeno non all’inizio. Era un Medicine Man dei Sioux Hunkpapa, uno stregone, un visionario. Un paio di settimane prima della battaglia aveva avuto una visione. Sfiancato da una Ghost Dance, la danza degli spiriti, si era ritirato nel suo teepee. Nella notte il sogno premonitore: dozzine e dozzine di giubbe blu cadevano dal cielo sull’accampamento Lakota. Ne parlò agli anziani: "Il Grande Spirito mi ha ordinato di cacciare i bianchi dalle montagne sacre". Quelle montagne erano il cuore dei territori la cui sovranità Sioux era stata solennemente sancita con il trattato di Fort Laramie, nel 1868. Fu ratificato l’anno dopo, quando anche Nuvola Rossa lo firmò. Toro Seduto e Cavallo Pazzo no. Toro Seduto parlò così: - I visi pallidi hanno la lingua biforcuta, dicono una cosa e ne fanno un’altra. In effetti in poco tempo erano già migliaia i cercatori d’oro. Gli indiani ne uccisero oltre 700.

Fu il pretesto atteso dal governo. Prima un ultimatum e poi la spedizione militare sotto il comando di Custer. Si sa come andò a finire. Dopo la vittoria Toro Seduto si rifugiò in Canada. Da Washington era arrivato un grande esercito. Poi ritornò in South Dakota. Aveva fame e per pochi dollari accettò di esibirsi in pubblico. Col circo Barnum girò in tournée negli Stati Uniti e anche in Italia (Napoli). Infine di nuovo in South Dakota. E qui nell’agenzia indiana di Standing Rock venne ucciso.

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