Martedì 23 Aprile 2024

Tornano le visite ai parenti ricoverati Le regole: super pass e tampone

Dopo due anni i reparti riaprono per 45 minuti alle famiglie dei malati. Nessun limite di tempo nelle Rsa

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di Elena G. Polidori

Era rimasta forse la regola più difficile da sostenere quella di restare lontani dai propri cari ricoverati in ospedale. Ma da oggi, dopo due anni esatti dal decreto sul lockdown che limitò tutte le nostre libertà, compresa quella della cura dei congiunti malati, riprendono le visite ai pazienti nei reparti non Covid: almeno 45 minuti per chiunque abbia fatto la terza dose o possa esibire il Green pass rafforzato più il tampone negativo. Non ci saranno invece limiti di tempo per le residenze socio assistenziali dove sarà possibile fare visita anche ai parenti anziani positivi al Covid purché si indossino correttamente i dispositivi di protezione individuale con mascherine, guanti e camici. In questo caso, sarà presente anche il personale per garantire che tutto avvenga secondo le disposizioni. Potrà accedere anche chi ha avuto il Covid meno di sei mesi fa. In questo caso, bisognerà mostrare anche l’esito di un tampone che sia antigenico o molecolare purché sia stato eseguito entro 48 ore.

"Dopo due anni, finalmente, un altro segnale concreto di ritorno alla normalità – ha commentato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa – consapevoli che il calore umano e l’affetto di un familiare sono una delle migliori cure per tutti coloro che in questi mesi sono stati costretti ad affrontare in solitudine dolori e sofferenze; la vicinanza al malato da parte di una persona cara aiuta ad affrontare meglio la degenza in ospedale ed è fondamentale nell’accompagnarlo durante il processo di guarigione". E Costa rilancia anche in merito alla revisione del Green Pass: "L’obbligo vaccinale per gli over 50 resta fino al 15 giugno prossimo, comprensivo della sanzione di 100 euro per chi non si è vaccinato. La valutazione che stiamo facendo è di verificare l’opportunità di anticipare la possibilità per gli over 50 di andare al lavoro con il Green pass base (anziché quello rafforzato), ossia facendo il tampone rapido ogni due giorni. Un’ipotesi che potrebbe dare la possibilità di tornare al lavoro per chi non si è vaccinato e anche per allentare la tensione".

Insomma, le misure anti Covid stanno venendo meno una dopo l’altra nonostante nonostante i dati della giornata di martedì abbiano segnato un aumento dei contagi del 29% rispetto allo stesso giorno della settimana scorsa: 60mila nuovi contagi che portano il tasso di positività all’11.3% e l’indice Rt ad avvicinarsi nuovamente a 1.

Al significativo aumento dei contagi, però, non corrispondono dati altrettanto allarmanti in fatto di ricoveri e terapie intensive: rispetto alla settimana scorsa, c’è stato un calo de 16.4% dei ricoveri in terapia intensiva e del 16.1% dei ricoverati con sintomi. Merito, forse, anche della minore gravità dei sintomi di Omicron, la variante che in Italia ha ormai completamente soppiantato la Delta. Ma è proprio dalla variante Omicron che potrebbe arrivare qualche sorpresa: secondo uno studio dell’istituto Ceinge- Microbiologie avanzate, le sottovarianti di Omicron sarebbero tre. "La risalita dei contagi Covid purtroppo non è un bel segnale – ha infatti commentato il virologo Fabrizio Pregliasco – siamo in una fase di discesa, ma non velocissima, con una variabilità legata anche alla quantità dei tamponi fatti. Aspettiamo di capire com’è la situazione in una tempistica un po’ più lunga". "È chiaro che questo rialzo – ha commentato ancora l’esperto – potrebbe essere stato un po’ causato da un certo rilassamento dovuto proprio a questa situazione positiva creando una facilitazione per il virus. Dobbiamo sempre ricordare che abbiamo un milione di positivi accertati che sicuramente sono sottostimati rispetto a quelli reali". Insomma, ha concluso il virologo, è un dato da esaminare vedendo come va il trend".