Gru caduta a Torino, il video con le grida e l'orrore: "Sono morti tutti"

Un passante ha filmato i momenti drammatici del crollo e le voci degli operai

Torino, 18 dicembre 2021 - “La gru è caduta,  sono morti tutti... Cosa stai a fare in ufficio! Sono morti i gruisti, i tre montatori, vieni giù...”. Un video choc documenta gli attimi subito  successivi al crollo di via Genova, a Torino. La morte in diretta è filmata da un passante, le immagini poi sono diffuse dall’Ansa con la doverosa avvertenza, "sconsigliate a un pubblico sensibile". La gru a terra, spezzata; singhiozzi in sottofondo. Un grido straziante, "non puoi morire! Non puoi morire!".  Auto seppellite dalle macerie, un uomo si mette le mani nei capelli,  sagome a terra: sono i corpi delle vittime.

Accorre gente, una donna non regge a tanto orrore, dice come fosse una preghiera, “una cosa brutta”. Poi, incredula: “Un altro là... Ma quanti...?”. Una voce maschile: “Mamma mia, che manicomio”. C'è chi implora: “Chiamate presto, respira, respira ancora”.

Qualcuno grida con la forza della disperazione che vuole sconfiggere la morte: “Filippo!”. Filippo Falotico aveva 20 anni. È morto con Roberto Peretto, che ne aveva 52, e Marco Pozzetti, di 54. Nessuno sa bene cosa fare. Una ragazza si copre il volto con le mani. La sirena di un’ambulanza cancella per un momento tutte le voci. C’è un accenno di speranza nella donna che avvisa, “ecco, sta arrivando”. Qualcuno se la prende con Dio, “Non si può morire così, non si può”.

Un ragazzo piange e cerca il senso di questa scena disumana, “cosa avete combinato?”. Ancora pianti. Poi le urla al telefono dell'uomo con il giubbotto giallo da lavoro: “Sono morti tutti... Sono morti tutti... Vieni qua, che cosa stai a fare in ufficio... I tre gruisti, i tre montatori... Sono qua morti davanti a me...”. C’è tutta l’Italia davanti a questa scena, sgomenta di fronte alle parole dell’orrore che pronuncia tra le lacrime, la rabbia e l'incredulità quell'operaio, fuori di sé. C’è la storia delle tragedie d’Italia, immortalate da qualcuno che si trovava lì, quando il mondo si è capovolto in una frazione di secondo.  Chi si dimentica le grida dell’uomo che per caso filmò il crollo del ponte di Genova, erano le 11.36 del 14 agosto 2018, la strage più grave, 43 morti.

“Oh Dio, oh Dio, oh Dio, oh Dio santo no”, ebbe solo la forza di urlare chi si trovò di fronte a quella scena inaudita, con il cemento armato che si sgretolava come un castello di sabbia sotto una pioggia battente, in un giorno maledetto.