Staminali, cuccioli di topo nati da due madri. "Sono sani"

In Cina riprodotte cavie in laboratorio con ascendenza solo femminile. I ricercatori: "Nessuna applicazione sull'uomo". Ma l'incrocio delle cellule di due maschi ha avuto esito negativo

Topo figlio di due madri (Foto Leyun Wang)

Topo figlio di due madri (Foto Leyun Wang)

Roma, 11 ottobre 2018 - Una nuova tecnica riproduttiva sperimentata su modelli animali, basata sull’incrocio di cellule staminali ritoccate con l'editing genetico, ha permesso di ottenere una discendenza molto particolare: figli dall'incrocio di due madri, senza bisogno di ricorrere al maschio. La prova condotta su cavie da laboratorio ha funzionato. I topi nati da due madri, cioè frutto dell’incrocio di due cellule geneticamente femminili, hanno dimostrato di produrre discendenze fertili, tanto da generare a loro volta una prole sana. Mentre i topi ottenuti dall’incrocio di due esemplari maschi sono riusciti a sopravvivere solo 48 ore. L’esperimento è descritto sulla rivista Cell Stem Cell, ed è stato eseguito da ricercatori dell’Accademia Cinese delle Scienze.

Li Wei, uno degli autori dello studio, ha dichiarato che il team cinese stava studiando come produrre scimmie da due madri usando le stesse tecniche utilizzate nello studio sui topi. "Non possiamo escludere che questa tecnica possa essere utilizzata negli esseri umani in futuro. Ma per ora, la risposta è no", ha detto. "Ci sono molte domande senza risposta, ad esempio se gli effetti della delezione del Dna nei topi potrebbero essere ottenuti in altri mammiferi come i primati".

In passato erano già nati topi figli di due madri, ottenuti cancellando l’imprinting genetico, ovvero quel meccanismo molecolare che consente ai geni di tenere traccia della loro provenienza di origine, materna o paterna, in modo da attivarsi solo quando si fondono i gameti di genitori di sesso diverso. Quei primi esperimenti, però, si erano dimostrati molto complessi e avevano portato alla nascita di topi con anomalie. I ricercatori cinesi hanno fatto un ulteriore passo avanti impiegando cellule staminali aploidi (contenenti cioè solo la metà del normale numero di cromosomi) prelevate da un embrione femminile e considerate più facili da manipolare. Sono state poi iniettate nelle cellule uovo, ottenendo 210 embrioni che hanno portato alla nascita di 29 topi sani e fertili.

Lo stesso è stato fatto con staminali aploidi maschili, poi iniettate in ovuli dove il Dna femminile era stato rimpiazzato da quello del secondo padre. In questo caso, gli embrioni, impiantati in una madre surrogata, hanno portato alla nascita di topi sopravvissuti per 48 ore.

“Si tratta di uno studio interessante e tecnicamente molto raffinato, che ci permette di identificare le parti del genoma materno e paterno che contribuiscono al corretto sviluppo dell’embrione“, ha spiegato Carlo Alberto Redi, direttore del Laboratorio di Biologia dello Sviluppo dell’Università di Pavia. “Questo ci aiuterà a capire cosa va storto nelle patologie dello sviluppo e in che modo influiscono i fattori ambientali: si potranno avere applicazioni utili sia nella medicina umana sia in campo veterinario“. A chi si chiede se la nuova tecnica sviluppata dai cinesi potrà favorire la procreazione delle coppie omosessuali, Redi risponde: “Questo tipo di procreazione uniparentale è già possibile, già oggi possiamo creare spermatozoi da una cellula femminile e, viceversa, ovociti dalle cellule di un maschio. Bisogna riflettere sul fatto che la riproduzione è un progetto affettivo e non di zootecnia“.