Martedì 23 Aprile 2024

"Tomba di Dalla Chiesa dimenticata". È polemica

La lettera di una signora alla famiglia del generale. La figlia Rita: "A 40 anni dalla strage mio papà continua a essere scomodo"

Migration

Nel cimitero della Villetta di Parma, dove è sepolto il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, c‘è una piantina con indicate le posizioni delle tombe dei personaggi che si ritiene debbano essere omaggiati. Insieme alla piantina, sono stati creati opuscoli con percorsi tematici: uno di questi si intitola “Gli eroi della memoria”. La storia del generale ucciso quarant’anni fa (il 3 settembre 1982) dalla mafia non solo non appare tra gli opuscoli, ma la sua tomba non è neanche segnalata nel percorso. A farlo notare è stata una cittadina che ha scritto una lettera alla famiglia del generale.

Dalla Chiesa, nonostante fosse nato a Saluzzo (Cuneo), era in realtà molto legato alle sue origini parmigiane. Suo padre, Romano (anche lui carabiniere), era di Parma e con la città emiliana il generale aveva un legame particolare. È questo il motivo per cui, insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro, è sepolto nel cimitero della Villetta. La stessa comunità cittadina ogni anno, in occasione dell’anniversario dell’omicidio per mano di Cosa Nostra, tiene una commemorazione ufficiale al cimitero monumentale, con corteo e deposizione di fiori con alcuni dei familiari e in presenza delle autorità. Nella piazza omonima di Parma qualche anno fa è stato inaugurato anche un busto in bronzo alla memoria del generale. Ma il caso sollevato dalla signora è destinato a far discutere. Se non altro perché non si può dire – soprattutto per ciò che il generale ha rappresentato nella lotta al terrorismo e alla mafia – che il nome di Dalla Chiesa non abbia segnato la storia dell’Italia.

E così la questione è stata fatta notare anche al sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, e alla società Ade servizi cimiteriali, ma non ha trovato soluzione. È stata Rita, la figlia maggiore del generale, a denunciare su Facebook questa mancanza: "Vorrei conoscere al più presto la risposta della società cimiteriale che si è arrogata il diritto di cancellare il nome e il luogo dove è sepolto mio padre, e la risposta del Comune di Parma". E ancora "non mi fermerò qui, e chi mi conosce sa che andrò fino in fondo. Mio padre continua a essere scomodo… Bene, noi figli non molliamo. Sindaco, batta un colpo". E la società Ade ieri sera ha diffuso una nota scritta, proprio per rispondere a quello che in tutto e per tutto era diventato un caso: "I percorsi sono nati con l’intenzione iniziale di far ritornare alla comunità una memoria antica di cui oggi quasi nessuno può aver vissuto direttamente trattandosi per lo più di figure del Risorgimento o della Prima Guerra mondiale" e continua "se la famiglia è d’accordo, si possono predisporre iniziative dirette a una maggior pubblicizzazione del sepolcro e dei fatti inerenti alla vita ed alla morte del generale".

La risposta chiesta dalla famiglia è arrivata, ora c’è solo da vedere se e come la memoria del generale verrà omaggiata. Tra l’altro proprio in questo 2022, in cui ricorre l’anniversario dei 40 anni dalla strage di via Carini, dove il generale Dalla Chiesa fu trucidato con la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. Ai funerali celebrati il 4 settembre, l’arcivescovo di Palermo Salvatore Pappalardo nella durissima omelia attaccò Roma (e la politica), citando Tito Livio: "Mentre a Roma si parla, Sagunto viene espugnata". Sagunto era quella Palermo, in cui il generale Dalla Chiesa visse solo 100 giorni.

Paola Fronteddu