Tocca a Mosca guidare l’Onu L’ira di Kiev: "È uno schiaffo" Arrestato metropolita filo Putin

Pavel, alto prelato ortodosso, finisce ai domiciliari: è accusato di sostenere l’invasione. La Russia presiederà per un mese il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Protesta la Finlandia.

di Marta

Ottaviani

Si avvicina la Pasqua ortodossa, che cade il 16 aprile. Ma il clima è tutto fuorché pacifico. Il metropolita ortodosso, Pavel, a capo del monastero delle Grotte di Kiev ‘Pechersk Lavra’, è stato messo agli arresti domiciliari con l’accusa di sostenere la guerra di Mosca. Tensione anche oltre Oceano, dove la Russia, come da convenzione, ha assunto la presidenza di turno del Consiglio delle Nazioni Unite, scatenando l’ira di una parte della comunità internazionale.

Il ministro degli esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, ha definito l’avvicendamento, che segue regole ben precise da decenni, "uno schiaffo al mondo". L’omologo estone, Urmas Reinsalu, ha criticato fortemente la scelta, sottolineando che la Russia "dovrà rendere conto alla giustizia di tutti i crimini commessi". Anche l’ambasciatrice finlandese presso l’Onu ha sollevato dubbi sul funzionamento dell’istituzione nelle prossime settimane.

Anche perché da Mosca arriva di tutto fuorché messaggi rassicuranti. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov parla di "agenda movimentata". Il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha annunciato un dibattito sul "multilateralismo effettivo" e sull’evacuazione dei bambini ucraini nelle zone colpite dal conflitto. Evacuazione che, per la Corte penale internazionale de L’Aja, equivale a un vero e proprio sequestro da parte di Mosca dei minori dalle loro famiglie.

Nei giorni scorsi, il presidente Vladimir Putin ha annunciato una nuova strategia russa nella politica estera volta a ridurre il predominio occidentale, in luogo di un maggiore spazio concesso a Cina e India, i due partner chiave per il futuro. L’obiettivo, come sempre, sono gli Stati Uniti, con la Russia che cerca di sbarrare loro la strada in ogni modo.

Ma il conflitto in Ucraina infuria e nel Paese aumenta il clima di sospetto. Il metropolita Pavel, dalla sua abitazione, accusa il governo Zelensky di persecuzione politica nei suoi confronti. I servizi segreti ucraini lo hanno arrestato dopo che la magistratura lo ha accusato di aver appoggiato l’aggressione russa contro l’ex repubblica sovietica. Già nei mesi scorsi l’ex abate era stato accusato di incitare alla discordia e lavorare per la divisione del popolo ucraino, aiutando così la Russia nella destabilizzazione interna del Paese.