Ti amo ancora, la scritta a Torino. Svelato il mistero di Piazza San Carlo

Le immense lettere bianche sono apparse stamane "nel salotto della città"

La scritta in piazza San Carlo a Torino

La scritta in piazza San Carlo a Torino

Torino, 29 marzo 2022 - A Torino è stata cancellata la misteriosa scritta a caratteri cubitali, "Ti amo ancora", apparsa questa mattina in Piazza San Carlo. L'immagine delle immense lettere, tanto da essere visibili meglio dall'alto, è stata postata sul sito Facebook di Fisac Cgil Gruppo IntesaSanPaolo, che commentava: "Piazza San Carlo a Torino, sede di ISP, stamattina. Che sia una dichiarazione d'amore per la banca?". 

Alcuni media locali hanno parlato di un'iniziativa già annunciata dell'associazione 2050 srl per "festeggiare la fine dell'emergenza sanitaria", si leggeva sui siti, ma la scritta doveva essere differente: "Ti amo pianeta". Ma anche questa ipotesi è sfumata perché la stessa associazione 2050 su Fb ha smentito: "Ci stanno chiamando un po' da tutta Italia per questa azione di 'guerrilla marketing'....  Beh, noi non c'entriamo nulla, anche se amiamo Torino, L'Italia, l'intero Pianeta Terra".

In realtà l'iniziativa, forse autorizzata, sarebbe legata alla band torinese Eugenio in Via di Gioia. Da fonti del comune di Torino si apprende che la pulizia della scritta ('Ti amo ancora terra', con l'ultima parola in piccolo sotto la A) nella piazza, salotto chic della città, è stata eseguita e pagata dagli organizzatori. Inoltre nel pomeriggio nella piazza è in programma un flash-mob proprio per festeggiare la fine dell'emergenza sanitaria. Ma le cose sono ancora poco chiare se è vero che sui responsabili della scritta, realizzata in gesso bianco, anche l'amministrazione comunale sa poco. Stefano Lo Russo, il sindaco di Torino, ha chiesto una relazione alla polizia municipale. La soprintendente Luisa Papotti, su La Stampa online, ammette: "Non ne sapevo nulla, a noi non è giunta alcuna richiesta di autorizzazione".

Sui social non sono mancati i commenti: "Ma chi è questo pazzo? Peggio di #WillySmith: fategli pagare la pulizia", scrive un navigatore su Twitter. "Ho scritto t’amo sul sanpietrino", scherza una ragazza, "L’amore ti fa fare cose folli" e #WillSmith muto aggiunge Lidia. E qualche torinese ha apprezzato la scritta: "A #Torino siamo romantici..."

Gli Eugenio in Via Di Gioia nascono come artisti di strada e da balere, musicalmente vicini allo swing e al folk italiano, fino al più recente nu-fo. Il nome del gruppo è l'unione dei nomi dei tre membri fondatori: Eugenio Cesaro, Emanuele Via e Paolo Di Gioia. Mentre il quarto, Lorenzo Federici, arrivato poco dopo, ha dato il suo al loro primo album, del 2014, a cui hanno fatto seguito nel 2017 "Tutti su per terra" e nel 2019 "Natura viva". Nel 2020 hanno annnunciato un nuovo album, e in contemporanea è uscito una raccolta "Tsunami (Forse vi ricorderete di noi per canzoni come)". 

Ecco chi sono gli autori e perché lo hanno fatto

Infine la band torinese è venuta allo scoperto con un post su Facebook: "Qualcuno ha urlato allo scandalo contro la città. Qualcuno non vedeva l'ora di puntare il dito contro i soliti vandali. Qualcuno ha ipotizzato che fosse un'operazione di marketing di un grosso marchio. Non è niente di tutto questo. È la dichiarazione d'amore di oltre 150 persone che questa notte hanno condiviso 6 ore di partecipazione collettiva, di presidio artistico, di vita vera in una delle piazze più belle di Torino per fare esplodere il proprio sentimento d'amore. Con gessetti da scuola elementare. Scotch di carta e un metro da sartoria.

Il post dei Eugenio in via Di Gioia

Ti amo ancora. Una dichiarazione d'amore sincera. Una presa di coscienza proattiva verso una Terra che va curata. Verso un mondo economico, sociale e ambientale che va rivoluzionato. La pioggia, domani, laverà la scritta in pochi minuti. L’aria irrespirabile della nostra città, il consumo disastroso del nostro pianeta, l’inconsistente progetto di futuro per le nuove generazioni resteranno lì, sotto gli occhi di tutti, come da sempre, invisibili. Tutto questo non è più possibile. Siamo stati noi a gridare: ti amo ancora".