Tetto al prezzo del gas, Draghi strappa il primo sì all’Europa

La Ue si è impegnata studiare la fattibilità della misura. Scalfito il fronte del no

Sul tetto al gas "l’Italia è stata accontentata". In poche parole il premier Mario Draghi riassume quello che era l’obiettivo principale del suo governo al vertice straordinario dei leader Ue: ottenere un’apertura per iscritto al price cap. Si tratta comunque di un’apertura parziale e generica: l’Europa si è solamente impegnata a studiare la fattibilità della misura. Ma, per ora, il presidente del Consiglio può dirsi soddisfatto. Il fronte del no al tetto è stato scalfito, complice anche due fattori: un’inflazione che non fa intravedere alcun arresto e una guerra, quella in Ucraina, che porta l’Europa a entrare in una nuova era energetica. "È stato un vertice un pò lungo, ma siamo soddisfatti", è stato l’esordio di Draghi in conferenza stampa. Che si trattasse di un vertice interlocutorio era chiaro a tutti fin dal principio. Anzi, qualche capitale, il summit, lo avrebbe evitato volentieri. Per Roma, si trattava soprattutto di massimizzare lo spazio di discussione che è stato aperto sul RePowerEu. Un piano che può contare su "fondi rilevanti ma che non sono nuovi", ha osservato Draghi. Le sanzioni anti-russe "avranno il loro massimo impatto a partire dall’estate", ha aggiunto il premier, ribadendo che da questo processo non si torna indietro.

Per andare avanti però, ha avvertito, "i bilanci nazionali non bastano" perché "i bisogni a cui deve far fronte l’Ue sono tanti". Basta ricordarne qualcuno: la difesa comune, l’accelerazione sulle rinnovabili, la necessità di dire rapidamente addio alla dipendenza energetica da Mosca senza far schizzare ulteriormente i prezzi delle bollette.