Terzo polo, Calenda divorzia "Alle Europee mai con Renzi"

I passaggi da Azione a Italia viva non si fermano. Gelmini attacca l’ex premier: non ha mai voluto costruire nulla. Matteo presenta i nuovi acquisti e risponde a Carlo: "Si chieda perché in tanti stanno lasciando il suo partito".

di Alessandro Farruggia

Più che alleati, l’un contro l’altro armati. Nel Terzo Polo – che in queste e comunali non ha certo performato bene – prosegue la lotta intestina tra Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi, che in una sarabanda di promesse disattese e tensioni crescenti ha impedito la nascita del vagheggiato partito unico e sta portando ad abbandoni e cambi di casacca, con l’ex premier che ieri – come annunciato da QN – ha messo a segno un doppio colpo.

Renzi ha formalizzato in una conferenza stampa il passaggio a Italia Viva della deputata bolognese Naike Gruppioni e della consigliera regionale dell’Emilia-Romagna, Giulia Pigoni. E Calenda non ha esitato a parlare di "scippo". "Ogni scelta – ha scritto sui social – è legittima e rispettabile. Mi permetto solo di notare che, per rispetto alla comunità che l’ha eletta sei mesi fa quasi senza conoscerla, una comunicazione preventiva sarebbe stata più elegante. Ma immagino che l’uscita a sorpresa fosse parte dell’accordo di ingaggio". "Questa vicenda altrimenti irrilevante – ha proseguito il leader di Azione – spiega bene la distanza nei comportamenti con Renzi. Mentre noi eravamo impegnati in giro per l’Italia a sostenere le liste,per le amministrative, lui era in queste faccende affaccendato".

Pronta la replica di Renzi. "Azione è in un momento in cui una parte delle persone se ne sta andando. Forse questo deve far fare loro qualche domanda su quello che sta succedendo. Si facciano delle domande e ripartiamo tutti insieme. Noi nelle liste per le europee ci saremo, se qualcuno non ci vuole stare lo dica". E Calenda lo dice. "Renzi – accusa – è andato da una parlamentare di Azione e l’ha convinta a passare con lui: uno fa una cosa del genere e poi ti chiede di andare insieme alla Europee? Ho già dato e mi sono sbagliato io a fidarmi, perché Renzi ha fatto Renzi".

L’ex premier ha (per ora?) frenato sull’ipotesi di dividere i gruppi parlamentari, accogliendo l’invito del capogruppo alla Camera e presidente di Azione Matteo Richetti. "Per noi – ha replicato Renzi – non c’è motivo di dividere i gruppi, una rottura è un errore. Ho fatto tutti i tentativi per non rompere con Calenda. Ma chi semina vento raccoglie tempesta...". "La campagna acquisti effettuata da Matteo Renzi – ribatte Mariastella Gelmini – è un chiaro atto di ostilità nei confronti di Azione, che allontana la prospettiva di alleanze future. Quanto avvenuto è la prova di ciò che abbiamo sempre sostenuto: Matteo Renzi non ha mai convintamente voluto costruire alcunché. Le differenze sono abissali". "Se sono abissali ne prenderemo atto nelle sedi istituzionali", chiosa la renziana Raffaella Paita, presidente del gruppo in Senato.

Certo è che il partito di Calenda vive uno stillicidio di addii. Dopo le regionali se ne andò il segretario lombardo Niccolò Carretta. Lunedì è stata la volta della segretaria regionale dell’Emilia-Romagna Giulia Pigoni che si è dimessa con l’intero direttivo provinciale modenese, stessa scelta fatta dal segretario provinciale Chiara Castelgrandi e quello cittadino Pietro Borsari oltre che da Marco Cassinadri segretario a Reggio Emilia.

Ieri sono giunte anche le dimissioni del segretario di Azione a Firenze, Franco Baccani, che come Gruppioni e Pigoni passa con Renzi. E ieri ha lasciato la carica di segretario regionale di Azione in Piemonte Gianluca Susta, già sindaco di Biella, vicepresidente della Giunta regionale e già parlamentare europeo. Un fuggi fuggi verso altri lidi che dovrebbe far suonare un campanello d’allarme per Calenda. Anzi, più d’uno.