Giovedì 18 Aprile 2024

Terze dosi, Regioni senza soldi "Ora tagli ai servizi o aumento Irpef"

Il governatore della Toscana Giani: "Se il governo non ci ascolta dovremo fare interventi impopolari"

Migration

di Alessandro Farruggia

Le terze dosi non sono in discussione ma se le Regioni non riceveranno fondi aggiuntivi per le spese Covid vaccineranno chi lo richiede ma poi chiuderanno il bilancio in rosso e saranno costrette a scelte molto impopolari: tagli ai servizi o aumento dell’addizionale Ipef.

Le Regioni hanno lanciato un appello al governo e ieri l’assessore alla sanità dell’Emilia Romagna e coordinatore degli assessori regionali alla Salute, Raffaele Donini, l’ha ribadito in una intervista al nostro giornale. Su questa linea ci sono tutte le Regioni, di ogni colore politico, a partire dalla Toscana che è stata la prima a lanciare l’allarme. "Non si possono scaricare su di noi le spese per l’emergenza Covid – ricorda il Governatore Eugenio Giani – Se il governo non ascolterà le nostre richieste, e non voglio crederlo, saremo costretti ad azioni di ricopertura che potranno ricadere sui cittadini come un taglio dei servizi o addirittura un aumento dell’addizionale Irpef, cosa che non vogliamo e personalmente è l’ultima delle azioni che vorrei, ma se non si può proprio fare altro, verrà presa in considerazione".

"Nel 2021 il deficit di risorse rispetto al 2020 è di 2.2 miliardi di euro", ha scritto Donini in una lettera ai ministri dell’Economia, della Salute e degli Affari Regionali. A questo si aggiungono le spese sanitarie del 2020, che nonostante un aumento dei trasferimenti dai 116,4 miliardi programmati a 121.3 hanno “sforato“ di 2,1 miliardi di euro. Il piatto piange per 4.3 miliardi di euro e il governo è al lavoro per trovare una risposta. Perché sa bne che il problema esiste. "Le Regioni – ammette il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini – hanno dovuto affrontare ingenti spese per l’emergenza sanitaria, il Governo ne è perfettamente consapevole e il ministero dell’Economia e delle Finanze sta analizzando le richieste. Confidiamo di potere dare una risposta a breve".

Secondo quanto filtra dal ministero dell’Economia, potrebbe essere presa in considerazione l’utilizzo parziale risorse ancora disponibili nel Dl Fiscale (si parla di 800 milioni1 miliardo di euro su 1,3 mld non ancora impegnati), di poter utilizzare con flessibilità alcune risorse vincolate ad alcuni aspetti dell’emergenza e di concedere il via libera per utilizzare i soldi del payback farmaceutico. Una risposta dovrebbe arrivare entro fine mese. Nel frattempo domani i governatori domani incontreranno i capigruppo e i presidenti delle commissioni Bilancio e Sanità di Camera e Senato per sensibilizzarli sul problema.

In una lettera datata 21 ottobre, indirizzata ai ministeri competenti e alla Presidenza del Consiglio, il presidente della conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, cita le "criticità sul fronte degli equilibri dei bilanci regionali sia per la parte sanità sia per le minori entrate, temi da affrontare con urgenza prima della chiusura dell’esercizio 2021". Fedriga ricorda che "sul versante della sanità le Regioni e le Province autonome stanno registrando un significativo scostamento sulla spesa sanitaria a causa del protrarsi dell’emergenza sanitaria anche nell’anno 2021 che attualmente non è coperto da finanziamenti in decreti emergenziali". E tra gli interventi chiesti dalle Regioni nella lettera di Fedriga c’è "un finanziamento eccezionale per l’anno 2021". Da notare che per la spesa Covid grandi Regioni come Lombardia ed Emilia-Romagna hanno un dato più alto della media nazionale che è di 135,45 euro a cittadino. La prima è a 186,04, la seconda a 188,82. Sopra i 170 euro ci sono anche Toscana e Valle d’Aosta. Al contrario il Lazio ha una spesa minore, 141,17. Ancor meglio il Veneto, che è a quota 105,29.

L’anno prossimo arriveranno nuove risorse per il Servizio sanitario nazionale. "Ci impegniamo ad accrescere ancora il fondo di 2 miliardi nel 2022, di 4 nel 2023 e di 6 nel 2024 quando si arriverà a 128 miliardi complessivi" ha annunciato nei giorni scorsi il ministro della Salute Roberto Speranza. Ma i governatori non vogliono trovarsi sulle loro spalle quelle dei due anni passati, perché le risorse aggiuntive, per loro, non basterebbero a ripianare i conti 2020 e 2022 e al contempo a rilanciare gli investimenti. Ergo, Lo Stato dovrà metter mano al portafoglio.