Terza dose. Ma i non vaccinati sono 8 milioni

Chi sfugge alla campagna di immunizzazione sono i 50enni. Il richiamo parte per fragili e over 60, Draghi: "Vicina la fine della pandemia"

ROMA

"La fine della pandemia è vicina", è ottimista il Presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo intervento in video-collegamento con la platea internazionale del Summit B20, organizzato da Confindustria. Ma il report settimanale del generale Figliuolo, mentre arriva in tarda sera la circolare del Ministero della Salute che dà il via libera, "alla luce delle ultime deliberazioni di Ema, alla terza dose (booster) di vaccino per i fragili di ogni età e per tutti gli over 60 sempre dopo almeno sei mesi dal completamento del ciclo primario di vaccinazione", scatta una fotografia in chiaro-scuro proprio del bilancio delle vaccinazioni in Italia: ci sono ancora 8,4 milioni di persone con più di 12 anni non vaccinate. Tant’è che nel rapporto settimanale dell’Istituto superiore di Sanità l’invito a tenere alta la guardia è scandito forte e chiaro: con la variante Delta non si scherza: gli esperti ribadiscono che rappresenta la quasi totalità di casi in Italia e continua a dominare incontrastata su tutta l’Unione europea.

E le recrudescenze del virus si combattono a colpi di vaccini. Non si tratta solo di completare i cicli già avviati e di avviare la terza dose: sono ancora, come accennato, 8,4 milioni gli italiani con più di 12 anni, che non hanno ricevuto neanche la prima. Pochi immunizzati tra i quarantenni, ma saltano all’occhio le resistenze degli over 50: quasi tre milioni di persone senza copertura, numeri alti soprattutto tra i 50 e i 59 anni. Sull’altro fronte, quello dei giovanissimi si è aperta una riflessione. Come calibrare gli interventi per governare le positività tra i banchi di scuola? Si ragiona sulla quarantena ridotta. Le decisioni che verranno prese nei prossimi giorni dovranno tenere conto dei numeri: quasi un milione e mezzo di ragazzi tra i 12 e i 19 anni sono senza copertura vaccinale. A fare eco a Draghi la cabina di regia. Andamento controllato, Rt inferiore a uno, terapie intensive sotto la soglia critica. Sono queste le formule con cui i tecnici descrivono questa fase: la situazione epidemica in Italia è, al momento, "sotto controllo" e la curva dei casi di Covid-19 continua a decrescere gradualmente.

E di "fase stabile e in decrescita", parla il Presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, dopo i tanti dati snocciolati nella consueta conferenza stampa del Ministero della Salute. "Siamo ancora in una fase pandemica sia pure con una circolazione del virus contenuta", ha ricordato, sottolineando il ruolo chiave giocato dai vaccini. Per evitare che la luce in fondo al tunnel diventi un miraggio, bisogna procedere con prudenza. Anzi, è più che mai necessario mantenere alta l’attenzione considerando le riaperture in atto e l’aumento delle capienze previste per vari settori e luoghi pubblici.

A spiegare il nuovo possibile scenario è il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza: il Green pass e la campagna vaccinale stanno mantenendo un certo controllo dell’infezione. Questo ci permette di riaprire gradualmente la gran parte delle attività ma naturalmente il tutto va monitorato con molta attenzione". Certo è che la priorità delle priorità rimane quella di completare i cicli vaccinali e di fare i richiami con le terze dosi alle categorie più fragili, oltre che continuare ad effettuare il tracciamento dei casi per contenere ulteriormente la diffusione del virus. Insomma, conclude il presidente Iss, "siamo in una fase positiva in generale che, però, richiede una grande prudenza perché possa persistere e possa rappresentare un inizio di convivenza con questo virus".

red. int.