Il leader dei pakistani di Desio: "Apriamo le moschee e staniamo i terroristi". Il messaggio in un video

Moschee aperte, trasparenti. E controllate sia dalle forze dell’ordine, che dagli stessi responsabili dei luoghi di culto. L’appello è di Ashraf Mohammed Koakhar, uno dei leader della comunità pakistana dell’intera Brianza di Alessandro Crisafulli

Ashraf Mohammed Koakhar è il numero uno della comunità pakistana di Desio (Brianza)

Ashraf Mohammed Koakhar è il numero uno della comunità pakistana di Desio (Brianza)

Desio (Monza e Brianza), 10 gennaio 2015 - Moschee aperte, trasparenti. E, soprattutto, controllate. Sia dalle forze dell’ordine, che dagli stessi responsabili dei luoghi di culto. Lo assicura, per la sua comunità, e chiede che anche le altre possano fare altrettanto. «Perchè questi sono terroristi e non c’entrano con l’Islam, anzi lavorano contro l’Islam». L’appello è quello di Ashraf Mohammed Koakhar, portavoce dell’associazione Minaj Ul Quran di Desio, responsabile della moschea di via Forlanini e uno dei leader della comunità pakistana dell’intera Brianza. Lo ha lanciato attraverso una sorta di videomessaggio, in una accorata intervista organizzata con «Desio Città Aperta», il coordinamento di una serie di associazioni del territorio che da diversi anni lavorano per l’abbattimento delle barriere, delle paure, e per l’integrazione.

«Siamo tutti scioccati per questa tragedia – esordisce il leader religioso, nel fimato di circa tre minuti e mezzo – e capiamo benissimo il dolore della nazione francese. Noi come pakistani però stiamo subendo solo danni da questa situazione: condanniamo apertamente e fortemente questi atti terroristici che non hanno niente a che fare con la nostra religione e con la comunità musulmana. Noi non li riteniamo fedeli dell’Islam, loro lavorano contro l’Islam e non hanno niente a che fare con noi».

Una presa di distanza netta, decisa, che però non si ferma qui. Non si ferma alle parole. I pakistani di Desio lo stanno dimostrando ormai da tempo: «Noi come organizzazione stiamo lottando da più di otto anni contro questi atti terroristici e contro questa mentalità – dice Ashraf – basta pensare che il nostro capo spirituale ha scritto una fatwa di 600 pagine contro queste azioni, queste persone e questa mentalità».

E in città promuovono una serie di iniziative concrete, dalla marcia della pace alla festa dei popoli, dalle iniziative per le donne alle feste e ai dialoghi interreligiosi. «Qui in Brianza noi collaboriamo con il Comune e le associazioni per superare questa paura – dice il responsabile della comunità pakistana - e invitiamo tutti i nostri amici, le forze dell’ordine, il Comune, a venire da noi a controllare cosa facciamo chi frequenta il nostro centro islamico, chi partecipa alle nostre iniziative. Siamo disponibili tutti i giorni 24 ore su 24 ore a collaborare».

Il suo è anche un appello rivolto ai responsabili delle moschee: «Devono stare attenti, controllare chi frequenta le proprie strutture e non lasciare spazio a chi ha una mentalità un po’ dubbiosa – spiega Ashraf -. Noi a Desio lo facciamo e siamo disponibili a farlo anche in futuro. Qui abbiamo molti progetti e vogliamo continuare a lavorare per l’integrazione: siamo disponibili in tutti momenti e in tutte le occasioni».