Terremoto Marche: magnitudo 5,7 o 5,5? La spiegazione

Ecco cosa significano i numeri con cui viene descritta la scossa di stamattina

Roma, 9 novembre 2022 - Stamattina nelle Marche si è avvertita la scossa più forte da quasi 100 anni: in un primo momento, il terremoto era valutato di magnitudo 5,7 della scala Richter, poi la 'magnitudo momento' è stata rivista a 5,5. Qual è il numero 'corretto' e qual è la differenza tra i due dati? Facciamo chiarezza. 

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Propagazione delle onde sismiche (Ingv)
Propagazione delle onde sismiche (Ingv)

Ecco fin dove è stato sentito. Video: la mappa virtuale di Ingv

"La prima valutazione dell'Ingv dava una forchetta di magnitudo tra 5,5 e 5,9. La magnitudo locale registrata dai sismografi è di 5,7, ma la magnitudo che calcola l'energia, più precisamente, è di 5,5, quindi leggermente più bassa per fortuna". Lo ha spiegato Carlo Doglioni, presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). In sostanza nessuno dei numeri è 'sbagliato'. Semplicemente appartengono a due scale diverse, che però vengono spesso confuse: si tende a pensare che tutti i valori indicati sono misurati sulla scala Richter. 

In primis, in sismologia la magnitudo (grandezza in latino) è una misura indiretta dell'energia meccanica sprigionata da un evento sismico all'ipocentro, basandosi sull'ampiezza delle onde sismiche registrate dai sismografi in superficie. Non va confusa con l'intensità, che è il rapporto tra potenza e superificie di applicazione. La magnitudo, inoltre, ha diverse tipologie, tra cui quella locale e quella momento. 

La magnitudo locale è chiamata anche magnitudo Richter, e si segnala con la sigla ML. E' ottenuta a partire dall’ampiezza massima delle oscillazioni registrate da un sismometro standard, chiamato Wood-Anderson, particolarmente sensibile a onde sismiche con frequenza relativamente elevata di circa 1 Hertz (Hz). 

La magnitudo momento (Mw), invece, si calcola sull'intero sismogramma ed è più rappresentativa della grandezza del terremoto. E' stata introdotta negli anni Settanta dal sismologo Hiroo Kanamori come aggiornamento alla scala Richter, ed è diventata il metodo standard per la misura dei moderni terremoti da parte dell'United States Geological Survey. La Mw si basa su un parametro sismologico chiamato 'momento sismico', che equivale al prodotto tra area di faglia, dislocazione e la rigidezza della terra. Questo parametro si può calcolare direttamente dal sismogramma, in particolare dalla parte a bassa frequenza, ma per determinarlo serve un certo lasso di tempo: infatti, uno dei vantaggi principali dell'uso della magnitudo Richter è la rapidità con cui viene elaborata. Ma la magnitudo momento è sicuramente la migliore stima della reale grandezza della scossa, essendo direttamente legata alle dimensioni e alla dislocazione della sorgente sismica.

Alla base della differenza che si osserva tra magnitudo Richter e magnitudo momento c'è una particolarità delle onde sismiche dei forti terremoti. La prima viene calcolata sulle onde sismiche a 1 Hz, mentre la seconda su quelle a bassa frequenza. Tuttavia, l'ampiezza delle onde sismiche al di sotto di 1 Hz per forti terremoti è maggiore di quella delle onde sismiche ad alta frequenza, fatto dovuto alle caratteristiche della sorgente sismica.