Sabato 20 Aprile 2024

Terremoto Ischia, "Così Ciro ha salvato il fratellino"

Il fratello maggiore ha spinto Mattias con lui sotto al letto e ha battuto contro le macerie per segnalare la loro posizione

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Ischia, 22 agosto 2017 - È stato Ciro a salvare il fratellino Mattias. Dopo la scossa di terremoto che ha colpito ieri sera l'isola di Ischia, Ciro, di 11 anni, non ha avuto esitazioni. Ha preso il fratellino minore Mattias, di 8, e lo ha spinto con lui sotto al letto, in un gesto che sicuramente ha salvato la vita a entrambi. Una volta al sicuro, con un manico di scopa il ragazzino ha battuto contro le macerie e si è fatto sentire dai soccorritori, aiutandoli in questo modo a individuare la loro posizione. Lo racconta commosso il comandante della Tenenza di Ischia della Gdf, Andrea Gentile, riportando il racconto di uno dei soccorritori dei Vigili del Fuoco entrato in azione per salvare i bimbi dalle macerie. "Quando è crollato tutto ho abbracciato mio fratello e poi quando sono arrivati I soccorritori l'ho spinto fuori per primo", ha raccontato Ciro.

IL RACCONTO DELLA NONNA - Quando lo hanno estratto dalle macerie e posto sulla barella per portarlo in ospedale, le prime parole di Mattias sono state: "Dove mi portate?". L'ha raccontato Carmela, la nonna di Mattias, Ciro, e Pasquale, il neonato di 7 mesi, che era stato tratto in salvo per primo in mattinata. Ora i tre fratelli sono stati tutti tratti in salvo. "Per fortuna stanno bene, ma che paura", ha commentato la donna, che è rimasta per ore in attesa vicino alle ambulanze accorse per i suoi nipoti.

LA DOTTORESSA IN VACANZA - "C'è stato un grande impegno di tutti. Estrarre Ciro è stato tanto difficile, ha richiesto più ore degli altri. Era stabile, potrebbe avere qualche problema alle gambe perché sono rimase a lungo sotto le macerie, ha respirato tanta polvere ma ha detto 'Sono vivo'". Così la dottoressa Monica Intagliazzo del Fatebenefratelli di Milano, che era in vacanza a Ischia, isola da cui proviene parte della sua famiglia. "Dopo il terremoto mi sono fatta accompagnare a dare una mano - racconta -. Abbiamo sentito piangere, urlare, all'inizio di Ciro vedevamo solo la testa e le braccia. Ma quando è uscito è stato coraggiosissimo, lo sono stati tutti e tre".