Giovedì 25 Aprile 2024

Terremoto Catania, l'ombra dell'Etna. "Il vulcano sta cambiando pelle"

L'allerta dei geofisici dopo la scossa di 4.6 che ha causato panico e danni

Terremoto a Catania, danni nelle strade (Ansa)

Terremoto a Catania, danni nelle strade (Ansa)

Catania, 7 ottobre 2018 - La terra trema in Sicilia e sveglia Catania già sotto choc per un nubifragio devastante. Alle 2,34 scossa di terremoto di magnitudo 4.6 della scala Richter a 9 chilometri di profondità (avvertito fino ad Enna e Siracusa) e dito puntato contro ‘Iddu’, come gli anziani saggi chiamano con rispetto l’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa. L’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, conferma che l’epicentro è ‘dentro’ il versante sud-occidentale dell’Etna, in località Santa Maria di Licodia, vicino Catania. Altre otto scosse hanno interessato in seguito l’area compresa tra Adrano, Biancavilla e Bronte, con magnitudo non superiori a 2.5. L’Ingv commenta: "Non si può escludere che ci sia un coinvolgimento dell’Etna". Tutta la dinamica intorno al vulcano è, infatti, "dominata dal magma profondo, quindi che ci sia un nesso con l’attività del vulcano è abbastanza probabile" spiega il sismologo dell’Ingv, Alessandro Amato.

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Un terremoto scatenato dalle convulsioni dell’Etna? Gli indizi fanno sospettare di ‘Iddu’ e lo stesso direttore dell’Ingv-Osservatorio etneo di Catania, Eugenio Privitera, conferma: "È possibile che sia legato ai meccanismi di ricarica dell’Etna". Alto 3.323 metri, il colosso siciliano, che si affaccia sulla costa etnea, ha cambiato più volte pelle, restyling scaturiti dalle eruzioni che, con una forza impressionante, si verificano ogni 5-10 anni. L’Etna è una montagna giovane. I geologi stimano che nacque circa 500mila anni fa, esplosa dal fondo marino di un golfo scomparso, in quella che oggi è la Piana di Catania.

Che la grande montagna si gonfi come un pallone per il magma che risale da sotto la crosta terrestre, non è una novità. Tale dinamica viene costantemente monitorata dagli esperti, assieme alle correlazioni con i movimenti delle tante fratture che tagliano i fianchi del vulcano. Gli studiosi tendono a ipotizzare che il terremoto di ieri (pochi danni, qualche ferito leggero dovuto a panico o cadute) sia collegato alla faglia chiamata ‘Vallone Licodia’. "I dati sulla profondità dell’evento, avvertito fino a Siracusa, ci lasciano pensare – dice Privitera – che tutto sia connesso alla risalita del magma che diventa una sorgente di stress per le strutture tettoniche lungo quel versante del vulcano". Il terremoto di Catania, quindi, sarebbe la conseguenza di queste sollecitazioni.

D’altra parte il sisma di magnitudo 4.6 è stato "anticipato" da scosse di entità minore registrate pochi giorni fa lungo altre faglie, come quella nella Valle del Bove, e lungo la faglia Pernicana, sul versante nord, dove un anno fa si era registrato una scrollata di 3.3. Il vulcanologo Boris Behncke osserva: "Ci sono terremoti provocati dal magma che spinge come un cuneo fratturando rocce. E altri che accadono quando il vulcano si ricarica, si gonfia e si pressurizza. I recenti terremoti etnei sono di quest’ultimo tipo, e quindi sono fenomeni totalmente normali nella dinamica dell’Etna". Ma in queste ore si rispolvera uno studio, pubblicato 15 anni fa dalla rivista Science, che confermò proprio il nesso lava-scosse, ma con conclusioni ben più preoccupanti.

Il report considerò 647 terremoti nei pressi dell’Etna tra il 1994 e il 2001. Secondo Domenico Patanè, autore principale di quell’articolo, erano provocati da enormi quantità di magma che si erano introdotte sotto il vulcano, passando attraverso punti deboli di due faglie. "Il vulcano è stato intensamente fratturato e potrebbe diventare potenzialmente pericoloso in un prossimo futuro", scrisse Patanè.

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