Terremoti e tsunami nel Mediterraneo, i fenomeni estremi e la mappa interattiva dell'Ingv

L'istituto di geofisica e vulcanologia ha messo a punto una carta storica dei disastri che dal 365 d. C. hanno colpito il nostro mare. Che cosa sono i meteotsunami

Terremoti e maremoti nel Mediterraneo, la mappa interattiva dell'Ingv

Terremoti e maremoti nel Mediterraneo, la mappa interattiva dell'Ingv

Roma, 8 agosto 2022 - Terremoto di magnitudo 4.7 al largo della Grecia rilevato ieri 7 agosto dall'Ingv. Un evento che ha interessato soprattutto i sismologi perché non si sono avute notizie di danni a persone e cose. E non è scattata l'allerta tsunami garantita dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia per gli eventi di magnitudo superiore a 5.5.

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Ma quali sono i punti storicamente più pericolosi per terremoti e tsunami nel Mediterraneo? L'Ingv ha costruito una mappa interattiva - con storia e video - che parte dalle prime informazioni, il sisma disastroso che il 21 luglio del 365 d. C. colpì l'isola di Creta.

Tra gli ultimi eventi, il terremoto di magnitudo 7.0 che il 30 ottobre 2020 ha avuto come epicentro il Mar Egeo tra l'isola di Samos e la costa della Turchia

A questo link la mappa interattiva dell'Ingv

"I meteotsunami e il cambiamento climatico"

Intanto, una premessa. Si parla quotidianamente di eventi estremi indotti dal cambiamento climatico. Utile allora fare un focus sui meteotsunami, "una serie di onde che si propagano nel mare quando cambia la pressione atmosferica, rapidamente - spiega Alessandro Amato, sismologo dell'Ingv -. Il fenomeno può generare uno squilibrio della massa d'acqua ed è molto frequente nell'Adriatico e in Sicilia".

Mediterraneo e genesi dei terremoti

Il Mar Mediterraneo, chiosa l'Ingv, "è un mare semi-chiuso che comunica con l’Oceano Atlantico attraverso lo Stretto di Gibilterra e con l’Oceano Indiano attraverso il Canale di Suez. Il bacino è incastonato tra le coste dell’Europa meridionale, dell’Africa settentrionale e dell’Asia Anteriore".

"La sua forma attuale risente della lunga evoluzione geologica legata alla convergenza delle placche africana e araba con quella euroasiatica, complicata dalla presenza di diversi blocchi crostali o microplacche, come ad esempio quella adriatica. La deformazione dei margini di tali blocchi si manifesta con terremoti, la maggior parte dei quali avviene in mare o in prossimità delle coste. I più forti tra questi hanno il potenziale di generare dei maremoti (o tsunami)".

La mappa del rischio

Lo studio dei cataloghi e il lavoro storico che c’è dietro intanto consentono di capire quali siano le zone più pericolose per terremoti e tsunami.  "Ed è quello che poi ha guidato anche la Protezione civile nel definire le aree di evacuazione quando c’è un allarme e che più in generale dovrebbe ispirare la pianificazione territoriale", è la didascalia di Amato.

Stromboli 2002

Tra gli eventi più recenti segnalati nella mappa dell'Ingv quello di Stromboli, a fine 2002 "interessato da un’intensa attività vulcanica che ha compromesso la stabilità del fianco della Sciara del Fuoco - scrive l'Ingv -. Il 30 dicembre si sono verificate due frane (...). Entrambe le frane hanno generato maremoti, ma, la breve distanza temporale, ha fatto sì che la maggior parte delle persone abbia osservato un unico evento". Onde alte 10 metri e danni, ma per fortuna in quella stagione non c'erano turisti. 

Il metodo

"Nella mappa interattiva si sommano conoscenze storiche e geologiche - precisa Amato  -. Sono stati documentati eventi eccezionali, riportati da diverse fonti. Magari ce ne siamo persi altri, più piccoli ma sempre importanti, perché per quei secoli c’è una carenza di informazioni, che invece non mancano dal Rinascimento in poi. E sicuramente abbiamo ignoranza dei fenomeni preistorici". Per gli tsunami si prova a rimediare con "la paleotsunamologia, si studiano depositi e sedimenti in punti particolari per ricostruire indirettamente l'evento".

Ghiacciai e tsunami

Anche le masse di ghiaccio che si staccano possono provocare tsunami. Ma questo rischio però non riguarda il Mediterraneo.