Venerdì 19 Aprile 2024

Terni, ordinanza anti minigonne. Bufera sul sindaco leghista

L’obiettivo è colpire la prostituzione. I Cinquestelle: "Non siamo in Afghanistan"

L'ordinanza del Comune di Terni

L'ordinanza del Comune di Terni

Terni, 30 ottobre 2021 - E' polemica sull’ordinanza antiprostituzione del sindaco di Terni, Leonardo Latini, non certo per l’obiettivo di contrastare il fenomeno, quanto per il divieto di "abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero di mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione", lungo alcune vie particolarmente colpite dal problema. Il provvedimento, difeso dalla Lega come misura anti-degrado e contestato dalle opposizioni, è stato aspramente criticato da diverse associazioni, compresa la Casa delle Donne: "Serve ben altro, il Comune preveda invece servizi di sostegno a persone sfruttate, spesso minorenni. Questa è una disposizione ipocrita e perbenista".  Sulla questione, che in città ha scatenato un ampio e acceso dibattito, interviene anche la senatrice umbra Emma Pavanelli (M5S): "No, non siamo in Afghanistan sotto il regime talebano, ma in Umbria e precisamente a Terni".

Terni, il sindaco Leonardo Latini (Pianetafoto)
Terni, il sindaco Leonardo Latini (Pianetafoto)

"Nei giorni in cui si discute in Parlamento il Ddl Zan che garantisce il rispetto dei diritti di tutti – continua Pavanelli – , il sindaco di Terni emana un’ordinanza che impone alle donne il divieto di abbigliamento ’provocante’ pena l’equiparazione a prostitute. Queste sono le soluzioni grottesche e offensive per la tutela del territorio ternano operate dalla Lega. Invece di trovare soluzioni ai problemi della città e risollevare l’economia, il sindaco vuole eliminare la prostituzione vietando minigonne e scollature e limitando la libertà delle donne. Una decisione ridicola e grave che ci fa capire a che livello è arrivato il partito di Salvini, un livello medioevale, omocentrico e privo di idee".