Massimo
Donelli
Che cosa lega i 41 morti suicidi all’epoca di Tangentopoli (1992) ai 34.926 morti di Covid 19 all’epoca della Grande Pandemia (2020)? La popolarità e l’ambizione personale cinicamente
fertilizzate con le disgrazie altrui. Ve lo ricordate il moralizzatore in toga che entrò al Senato attraverso il collegio blindato scelleratamente offerto dall’Ulivo e, poi, fondò un partito per finire
sputtanato da Report con una storiaccia di denari pubblici e acquisti privati?
Non è stato l’unico tra i magistrati ad appendere la bilancia della Giustizia al chiodo per buttarsi in politica con la promessa di ripulire Stato, città e regioni. Ma ora che la vita dei giustizialisti si è fatta d’improvviso (Pal)amara, signori si cambia. Basta toghe, avanti i camici. Con il perverso incrocio tra le une e gli
altri che si materializza nella città di Bari. Qui, infatti, Michele Emiliano, 60 anni, prima ex-Pubblico ministero con aura da eroe, poi tenace paladino della cadrega (10 anni da Sindaco, 5 da Presidente della Puglia), vuol continuare a fare il Governatore.
E, così, candida come capolista del suo partito alle imminenti Regionali l’epidemiologo Pierluigi Lopalco, 56 anni, da sconosciuto a star grazie al
Covid 19. La lista di Emiliano si chiama Con. Ma a me viene da ribattezzarla Senza. Perché, con il virus ancora a spasso, questo patto fra ex-toga e (presto) ex-camice è, letteralmente, senza pudore.