Mercoledì 24 Aprile 2024

Tempi duri per gli webeti, avanti secchioni

Marcella

Cocchi

Dice bene chi vede già la caduta in disgrazia della politica dei tifosi ma poi – attenzione! – questo significa che anche l’armata brancaleone di giudicanti, scimmie urlatrici da tastiera, votanti che si turano il naso, dovrà poi cimentarsi con ben altri livelli di espressione. Era facile evidenziare l’errore da matita blu sull’inesistente tunnel del Brennero invocato dall’ex ministro Toninelli. Più difficile sarà contestare il piano di un pioniere della robotica e dell’intelligenza artificiale come il neo ministro alla Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Un conto è cinguettare sfottò sull’autogol del Papeete di Salvini, altro conto sarà spettegolare con un briciolo di attinenza al vero su un premier ’sfinge’ come Draghi, abituato a muovere i mercati con una sola frase o a prendere decisioni che muovono miliardi con il solo inarcamento del sopracciglio. Tempi duri per gli sfogatoi, contro un governo in cui ci sono 7 ministri fuori dai social. Periodo di vacche magre anche per i nostalgici delle ideologie, per i cronisti ’di colore’ divertiti dai predellini di Berlusconi e dalla seduta d’Aula sulla "nipote di Mubarak". Chi riconosceva l’abilità delle giocate d’azzardo di Renzi in pubblico come farà al cospetto di Mister Bce, dedito piuttosto agli scacchi online in privato? Dovrà rassegnarsi a spulciare i contenuti dei dossier, capire come saranno spesi i 209 miliardi Ue. Meno webeti, più secchioni. Meno talk show urlati. Infine – e suoni come auto- monito a noi giornalisti – attenzione all’adorazione verso il premier, perché la stampa dovrà fare ancora il cane da guardia. E ora non sarà facile.