Giovedì 18 Aprile 2024

Temi identitari e provvedimenti di bandiera

Sofia

Ventura

Il decreto approvato dal nuovo governo sulla scia del rave party di Modena ci parla di un esecutivo che vuole mandare ‘segnali’. Parola ripetuta cinque volte da Meloni nella sua prima conferenza stampa, è stata da lei utilizzata anche per rimarcare come l’invio di un messaggio sia evidentemente tra le finalità del decreto che punisce “l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a 50 allo scopo di organizzare un raduno” con pene estremamente severe. Un messaggio rivolto ai suoi elettori per rassicurarli che nonostante alcune recenti virate per accreditarsi a livello internazionale, la leader di Fratelli d’Italia non intende deflettere dal suo approccio securitario e moralisteggiante di questi anni? Più in generale, quel provvedimento, criticato da esperti e studiosi del diritto per la sua pericolosa genericità e lo spazio che apre a controlli sulle comunicazioni dei cittadini, costituisce uno dei tanti indicatori, insieme alle nuove definizioni di alcuni ministeri, alla scelta di alcuni ministri, ad altre misure annunciate, dai divieti di sbarco degli immigrati al reintegro dei medici no vax all’innalzamento della soglia del contante, dell’intenzione di marcare quella identità, fatta di un mix di ‘ordine’ e ‘licenza’, costruita negli anni da Lega e Fratelli d’Italia. Marcarla, perlomeno, laddove possibile, evitando, almeno per il momento, di compromettere i conti pubblici e i rapporti internazionali. Insomma, più che affrontare le reali urgenze del Paese, il governo Meloni ha preferito partire con politiche simboliche. Ma la necessità avvertita sia da Meloni sia dal ministro Piantedosi di precisare la portata delle norme – peraltro non desumibile dalle norme stesse – mostra come la fretta di lanciare segnali sia pessima consigliera. Come in generale lo è la volontà di trascinare il paese in una surriscaldata campagna permanente.