Milano, violentata dal tassista abusivo sotto la minaccia di un coltello

L'uomo ha costretto la ragazza a seguirlo nel suo appartamento di Corsico dove ha abusato di lei

Carabinieri

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Milano, 25 settembre 2018 - Una giovane è stata sequestrata, a Milano, da un tassista abusivo che avrebbe dovuto accompagnarla a casa dopo la discoteca e che invece l'ha costretta a seguirlo a casa sua a Corsico (Milano) dove l'ha violentata. L'uomo, un marocchino di 30 anni, è stato rintracciato dai carabinieri della Compagnia di Corsico e arrestato con l'accusa di violenza sessuale, rapina e sequestro di persona.

L'episodio risale alla sera del 20 settembre scorso quando il tassista abusivo ha caricato la ragazza, una marocchina di 32 anni, in una discoteca in zona Corvetto. Poi l'ha obbligata ad andare a casa sua e l'ha costretta a subire abusi sessuali. Stando alla ricostruzione fatta dai carabinieri di Corsico, guidata dal capitano Pasquale Puca, la donna è stata portata dal suo aguzzino in un appartamento e stuprata sotto la minaccia di un coltello. Lei aveva trascorso la serata in un locale frequentato da connazionali e qui ha incontrato l'uomo, che ha avuto con lei un approccio apparentemente gentile, chiedendole poi se avesse bisogno di un passaggio per tornare a casa. In quell'occasione il trentenne si è presentato a tutti gli effetti come tassista abusivo, chiedendo una tariffa di 10 euro per la corsa e accompagnando, prima di lei, altri due connazionali, sempre nella zona di Corsico.

Quindi, una volta rimasto solo con la vittima, le ha puntato un coltello e l'ha costretta a seguirlo a casa sua (anche se l'uomo risulta senza fissa dimora). Arrivati nell'appartamento, occupato in tutto da quattro persone, il 30enne ha ordinato agli altri tre di andare via e poi ha consumato la violenza in una camera. Oltre alle "minacce di morte", la 32enne sarbbe anche stata picchiata "al volto e al collo". Al termine dello stupro ha chiuso la donna in bagno e poi è uscito chiudendo la porta a chiave.  Lei è comunque riuscita a scappare dall'appartamento, che si trovava al piano terra, scavalcando da una finestra rimasta aperta. Intorno alle 9 di mattina è stata vista in strada da passanti e da alcuni inquilini dello stabile, che, accorgendosi che piangeva, hanno chiamato i soccorsi. Sul posto sono arrivati i carabinieri di Corsico che l'hanno trovata sul marciapiede in lacrime, e l'hanno soccorsa, portandola poi all'ospedale Mangiagalli, dove la violenza è stata accertata e dove la donna è stata sottoposta alle cure dei medici.

I carabinieri, grazie all'identikit fornito dalla donna e alle testimonianze raccolte, sono riusciti a risalire all'aggressore, prendendolo poche ore dopo mentre camminava in via Giambellino a Milano. Il pm nel chiedere il carcere per l'uomo ha evidenziato che il marocchino risulta "clandestino sul territorio nazionale" e le "due abitazioni di cui ha la disponibilità" a Corsico, nel Milanese, "non offrono alcuna affidabilità in ordine alla possibilità di successivo rintraccio" del presunto violentatore, che ha precedenti di polizia per droga e reati contro il patrimonio. Negli atti il pm chiarisce che l'uomo ha tenuto sequestrata la donna fino alle nove del mattino, quando lei è riuscita ad uscire dalla finestra dell'appartamento. Prima le aveva puntato un coltello contro costringendola a subire abusi sessuali. Il marocchino, invece, difeso dal legale Massimiliano D'Alessio, nell'interrogatorio davanti al gip ha sostenuto di aver avuto un rapporto sessuale a pagamento proposto dalla donna e poi di aver litigato con lei. Il telefono della donna è stato ritrovato dai carabinieri in un altro appartamento nella disponibilità dell'uomo. Il fascicolo è passato da poco al pm Gianluca Prisco del dipartimento guidato dall'aggiunto Letizia Mannella

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