Tamponi, per ora Draghi tiene duro. Ma si cerca una via d’uscita

Il premier preoccupato per il Green pass day, oggi vede i sindacati. E tratta con Lega e M5S

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Una settimana sotto schiaffo. Poi, alla vigilia del “Green pass day“, la destra cerca di uscire dall’angolo. Per la prima volta dopo molto tempo, Salvini indossa i panni del leader della coalizione e lancia un appello – con l’immancabile frecciata avvelenata a Luciana Lamorgese – al premier: "Questo clima non può continuare e siccome di alcuni ministri non mi fido, mi rivolgo al manager del governo: non c’è rischio di ritorno al fascismo o al nazismo, tirare gli scheletri fuori dagli armadi non fa bene né al governo né all’Italia". Lo ripete poche ore dopo a Draghi nel corso del primo degli incontri settimanali decisi dopo la maretta sulla riforma del catasto: "Devi ottenere una pacificazione nazionale. La delegittimazione continua nei confronti del centrodestra, e in particolare di Lega e Fd’I, deve finire".

Draghi apre sugli sconti ai tamponi

Figuriamoci se il premier non vuole evitare che la tensione salga: è evidente che nessuna maggioranza può reggere il clima rovente delle ultime settimane. Ovviamente, molto è dovuto ai ballottaggi, però chiuse le urne lunedì i partiti si lanceranno nella campagna per il Quirinale prima e per le politiche dopo. Insomma non c’è nessuna garanzia che l’aria si alleggerisca da sola. Ma si sa che Draghi tende a farsi coinvolgere il meno possibile nelle beghe dei partiti che lo sostengono. Il solo appiglio è quello scioglimento di Forza nuova sul quale il Parlamento si pronuncerà martedì. La ministra dell’Interno non può procedere senza una sentenza della magistratura e non ha alcuna intenzione di accontentarsi di un eventuale rinvio a giudizio (tra l’altro non sarebbe neppure nelle sue facoltà). Il presidente del consiglio potrebbe prendere una decisione politica ma per farlo avrebbe bisogno del consenso dell’intera maggioranza, obiettivo fuori portata. È molto probabile dunque che non si procederà per decreto per mettere fuori legge FN: segnale concreto di un tentativo di svelenire il clima.

In realtà la pacificazione che preoccupa di più Chigi è con quella parte del paese, minoritaria ma non insignficante, che rifiuta il Green pass. La proposta di mediazione di Salvini passa per l’allungamento dei tempi del tampone rapido da 48 a 72 ore e per la gratuità o almeno per la vendita a prezzo molto calmierato dei test, richiesta avanzata anche da Beppe Grillo. Sulle 72 ore, però, il ministero della Salute è inflessibile: i dati scientifici garantiscono la validità dei tamponi solo per 48 ore, e anzi secondo Speranza estendere di un giorno la validità significa mettere in libertà un esercito di positivi. Diverso il discorso per quanto riguarda la gratuità: concederla sarebbe una sconfitta sonora politica e Draghi, almeno per ora, non intende subirla. Ufficialmente, il governo vede di buon occhio la scelta di molte grandi aziende di accollarsi il costo dei tamponi. È probabile che, con la dovuta discrezione, palazzo Chigi abbia esercitato una qualche pressione con lo strumento della moral suasion, ma per quanto riguarda le piccole e medie industrie è una strada poco praticabile. Per questo il premier – anche al netto dei timori delle Regioni che ipotizzano test salivari o fai da te "per far fronte disagi", come spiega il presidente Fedriga – aspetta di verificare quale sarà la situazione reale a partire da domani. Ha ben presente le difficoltà e i cortocircuiti che potrebbero paralizzare interi settori. Ecco perchè a Chigi si monitora la situazione: in programma oggi un incontro con i sindacati per parlare di sicurezza sul lavoro, ma non c’è dubbio che il discorso si allargherà. Come è successo con Salvini che ha messo sul tavolo anche temi economici, chiedendo non solo di portare la soglia della flat tax a 100mila euro, ma pure di difendere almeno in parte quota 100: "Non si può tornare alla legge Fornero". Un terreno minato: senza raggiungere un accordo subito la riforma delle pensione potrebbe diventare il prossimo problema enorme.