Roma, 7 maggio 2020 - E' una situazione a macchia di leopardo, quella dei tamponi effettuati nelle singole regioni per accertare i casi di positività al coronavirus. I tamponi insieme ai test sierologici sono fondamentali per vedere come si comporta la curva della pandemia nella fase 2, quella della riapertura graduale e della convivenza con il virus. Ma quanti tamponi si fanno ogni giorno? E soprattutto se ne fanno abbastanza?
La classifica completa in Pdf
In Italia c'è una sorta di "giungla" con una forte variabilità regionale. È quanto denuncia la Fondazione Gimbe secondo cui la media nazionale è di 88 al giorno per 100.000 abitanti ma 1/3 è di controllo (test ripetuti su uno stesso soggetto per verificare la guarigione). Elaborando dati "da casi confermati dalla Protezione civile" Gimbe ha stilato una classifica: la più virtuosa è la provincia Autonoma di Trento con 222 tamponi al giorno ogni 100.000 abitanti, anche se poi solo il 46.7% è diagnostico. La Lombardia ne fa 99, la metà (46.6%) di controllo, fanalino di coda la Puglia con 37 test quasi totalmente (98%) diagnostici.
I parametri dello studio
"Le nostre analisi sono state effettuate sugli ultimi 14 giorni - afferma il presidente Nino Cartabellotta - e forniscono tre incontrovertibili evidenze. Si conferma che circa 1/3 dei tamponi sono 'di controllo' e che il numero di tamponi per 100.000 abitanti/die è molto esiguo rispetto alla massiccia attività di test necessaria nella fase 2. Infine esistono notevoli variabilità regionali sia sulla propensione all'esecuzione dei tamponi, sia rispetto alla percentuale di tamponi diagnostici". In quest'ottica al terzo posto, per esempio c'è la provincia autonima di Bolzano. Ma dei 170 tamponi per 100.000 abitanti effettuati di media giornaliera, in realtà solo 63 test sono diagnosici. La maglia nera della classifica dei test diagnostici va alla Campania: ha eseguito di media 47 test di cui appena 12 sono nuove diagnosi (25.3%).