Covid e feste di Natale, boom di tamponi fai da te. L'allarme: "Affidabili al 50%"

Cresce la domanda in Italia in vista dei cenoni. Molte famiglie chiedono agli ospiti di presentare il tampone acquistato e fatto in casa. Federfarma: "Molti rischi, se positivi pochi si autodenunciano"

Code per i tamponi rapidi

Code per i tamponi rapidi

Roma, 8 dicembre 2021 - Arrivane le feste di Natale (le seconde in era Covid) e - come avvenuto nel 2020 - scatta la corsa al tampone fai da te. Il test rapido che salva Natale e Capodanno, e magari tiene alla larga i parenti indesiderati. Ma i rischi sono molti, in particolar modo i virologi e i tecnici mettono in guardia dalla scarsa affidabilità di questi test che in meno di mezz'ora danno il risultato sul virus SarsCov2. il tutto, ovviamente, comodamente a casa e al riparo da registrazioni ufficiali e ipotetiche quarantene.

Vaccino, terza dose con Moderna: ecco perché (forse) è anche meglio

Bollettino sul Coronavirus in Italia del 9 dicembre

Test rapidi, dove si comprano

Sono molte, infatti, le famiglie che hanno prenotato in farmacia il test anti coronavirus, ma sono altrettante quelle che hanno comprato il kit fai da te nei distributori automatici di negozi, farmacie e supermercati (il costo va dai 5 agli 18 euro: non viene richiesta la presentazione del risultato al sistema sanitario, per cui non esiste tracciabilità). Nelle avvertenze di questi strumenti diagnostici, però, c'è chiaramente scritto: "Il test rapido non deve essere usato come unica base per la diagnosi o per escludere un’infezione da SarsCov2". Una chiara avvertenza di quanto il risultato sia opinabile. Questo non frena gli italiani dal chiedere come lasciapassare non ufficiale per il cenone a casa propria un risultato negativo di questi tamponi nasali di libera vendita (il ministero ha certificato la validità del processo di verifica rapida per la rilevazione qualitativa di antigeni del virus SarsCov2).  

"Affidabilità ridotta"

"I test fai da te hanno una affidabilità ridotta", spiega Massimo Ciccozzi, direttore dell'Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma. "Questi tamponi - prosegue - hanno solo il 50-51% di affidabilità, quindi è come il lancio di una moneta. Ovviamente sono utili in casi di emergenza in cui non si hanno alternative, ma utilizzarli per altri fini, come la validità della certificazione del Green pass, ad esempio, o per il ritorno al posto di lavoro è inaccettabile".

La proposta delle Regioni

Le Regioni un paio di mesi fa avevano anche proposto di inserire nel meccanismo del Certificato verde Covid-19 anche i tamponi fai da te. "Utilizziamo non solo i tamponi rapidi o molecolari, ma ricorriamo anche a quelli in autosomministrazione, ovvero ai test fai da te, perché altrimenti il sistema si intoppa", aveva chiesto il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, che sottolineava l'esigenza di avere misure "applicabili". Netto anche il giudizio di Patrizia Laurenti, direttore dell'Unità operativa di Igiene ospedaliera al policlinico Gemelli di Roma, secondo la quale a destare perplessità è lo strumento stesso del tampone, che "non può essere considerato adeguato per la messa in sicurezza della comunità, tanto più ai fini del Green pass". Il vaccino, rileva, "è l'unico vero strumento che porta alla gestione della pandemia e bisogna invece evitare il rischio che il Paese diventi un tamponificio".

"Pochi si autodenunciano se positivi"

L'uso crescente, sotto le festività, dei test antigenici fai da te preoccupa. Il segretario nazionale di Federfarma, Roberto Tobia, presidente del Pgeu (il raggruppamento di cui fanno parte tutte le Federazioni degli Ordini dei farmacisti e le Associazioni nazionali delle farmacie europee) in tempi non sospetti aveva lanciato l'allarme: "Il fai da te presenta un rischio alto, in pochi si autodenunciano in caso di positività". E conclude: "Non incentiviamo la vendita dei tamponi rapidi antigenici personali per due aspetti fondamentali: primo perché l’uso deve essere fatto da persone specializzate, nelle farmacie per esempio il personale ha seguito degli appositi corsi di formazione; secondo perché non c’è certezza di tracciabilità, se un cittadino col fai da te risulta positivo si auto denuncia solo se ha una coscienza civica, purtroppo non sono tanti quelli che hanno questo senso civico". Le farmacie in questo senso hanno le mani legate perché la gestione di questi test è decisa da un regolamento europeo.

Falla nel contenimento della pandemia

Tutto ciò crea una falla, certificata dal ministero, nel sistema di contenimento della pandemia. Quante persone, munite di Green pass e asintomatiche, che sono risultate positive a un tampone rapido fatto in casa, girano liberamente in Italia senza denunciare la loro positività? Ecco, purtroppo a questa domanda non è possibile rispondere. Lo scorso aprile Federfarma aveva scritto al ministero della Salute segnalando il tema della tracciabilità dei tamponi antigenici rapidi nasali in autodiagnosi. "La tracciabilità degli esiti, sia negativi che positivi, l’attendibilità dei risultati e l’accuratezza di esecuzione dei tamponi nasali effettuati in farmacia - si legge nel documento - sono stati decisivi per la gestione della pandemia. Per questo le farmacie hanno sempre garantito il puntuale inserimento dei risultati dei test all’interno dei database regionali".