Mercoledì 24 Aprile 2024

Taglio Irpef, cantieri e bonus da 200 miliardi Italia verde e digitale coi soldi dell’Europa

Dalla ricerca alle infrastrutture, ecco come il governo vuol spendere le risorse del Recovery Fund. Tasse, una mano al ceto medio

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di Claudia Marin

Superbonus al 110% prorogato fino al 2023. Riforma fiscale con alleggerimento delle imposte per i ceti medi (redditi da 40 a 60mila euro), ma con giro di vite su incentivi per energie non green e detrazioni per chi guadagna sopra il tetto accennato. E, ancora, rilancio di infrastrutture, ricerca, iniziative per la parità di genere. Con soli 9 miliardi, però, assegnati alla Sanità.

Verde, digitale, equità, logistica, investimenti, innovazione sono le parole-chiave del Piano nazionale di ripresa e resilienza da 196 miliardi di euro, messo finalmente nero su bianco dagli sherpa di Giuseppe Conte.

Ma che, forse, solo oggi dovrebbe vedere il via libera del governo, se renziani e parte del Pd, da un lato, e premier, dall’altro, riusciranno a trovare una mediazione sulla struttura a piramide che dovrà guidare la maxi-operazione del Recovery in terra italiana. Con l’obiettivo di ottenere al 2026 un Pil più alto di 2,3 punti percentuali rispetto allo scenario di base.

La bozza del Piano, in oltre 125 pagine fitte di grafici e tabelle, individua 6 macro-aree di azione e 17 ambiti, più specifici, di intervento. La filosofia alla base del Piano Marshall post-pandemia è tutta rivolta a una transizione green, smart and healthy, verso una nuova Italia ecologica e digitale, con una montagna di risorse assegnate ai due settori, rispettivamente 74,3 e 48,7 miliardi. Seguono la mobilità sostenibile con 27,7 miliardi, l’istruzione e la ricerca con 19,2, la parità di genere con 17,1 e la Sanità con meno di 10 miliardi di euro: il che lascia aperta la porta al ricorso al Mes sanitario.

In primo piano, comunque, la rivoluzione verde, con misure che vanno "dall’aumento dell’energia da fonti rinnovabili" al miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili, "a partire da scuole e ospedali".

Non manca la promozione di "nuove forme di mobilità locale sostenibile" e la realizzazione delle "grandi opere di completamento dei collegamenti ferroviari". E ancora: azioni per migliorare la qualità dell’aria nei centri urbani (come da tempo ci chiede l’Europa), "favorire l’economia circolare e mitigare i rischi di dissesto idrogeologico". Una sorta di mega-ristrutturazione della Penisola, con investimenti nella "bellezza" del nostro Paese, nei suoi borghi, nei suoi edifici storici, nelle aree verdi urbane e nella salvaguardia del territorio. Decisiva in tal senso la proroga del superbonus del 110%, sollecitata da tutte le forze politiche in manovra.

Ma nel Recovery italiano trova spazio anche un pezzo rilevante dell’annunciata riforma fiscale. L’obiettivo è ridurre la pressione fiscale intervenendo a favore dei lavoratori (dipendenti e autonomi) con un reddito "tra 40 e 60mila euro, perché si tratta della fascia che oggi sconta livelli di prelievo eccessivi rispetto ai redditi ottenuti". E perché fino a 40mila si sono realizzate le misure previste in manovra. A finanziare il taglio, però, una sforbiciata su agevolazioni per i redditi più elevati e incentivi non green attualmente previsti.