Svolta Unabomber Tra gli undici indagati spunta un nome nuovo: è un operaio di Cagliari

Le posizioni delle altre dieci persone erano già state archiviate anni fa. E c’è un episodio mai emerso: una bottiglietta di Coca Cola inesplosa. Il 13 marzo la comparazione tra le tracce sui reperti e i profili genetici

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di Riccardo Jannello

Nella riapertura del caso Unabomber, l’incendiario che fra il 1994 e il 2006 ha seminato il panico in Friuli e Veneto disseminando esplosivi in luoghi pubblici contenuti in oggetti innocui come lattine di bibite – molti scoppiati con persone ferite e mutilate –, appare un nome nuovo come indagato accanto a dieci altri personaggi che già sono stati scagionati come il più noto sospettato, l’ingegner Elvo Zornitta da Pordenone, che con la nomea dell’attentatore ha dovuto convivere a lungo. Il nuovo caso aperto dalla procura di Trieste si basa sui risultati del podcast di Marco Maisano dal titolo ’Fantasma. Il caso Unabomber’ e dalla richiesta di due vittime, Francesca Girardi e Greta Momesso. Il gip Luigi Dainotti ha disposto per il 13 marzo l’incidente probatorio sul Dna ritrovato in peli e capelli che potrebbe portare a nuove valutazioni della procura giuliana guidata da Antonio De Nicola, che però mette le mani avanti e dice che le 11 iscrizioni nel registro degli indagati sono atti dovuti e al momento nessuno ha accuse specifiche da cui difendersi mentre le ipotesi di reato sono quelle di attentato per finalità terroristiche o strage con l’aggravante dell’associazione con finalità di terrorismo.

Il nome nuovo è Luigi Pilloni, 61 anni, operaio cagliaritano che si è trasferito a Gaiarine, un centro della provincia di Treviso dove attualmente vive da disoccupato. Il suo coinvolgimento a detta dello stesso magistrato parte da una testimonianza "problematica di una persona la cui veridicità deve essere verificata". Lo conferma l’avvocatessa Alessandra Devetag, a cui al momento è stata affidata, in attesa che ogni indagato faccia la sua scelta, la difesa d’ufficio di tutti e undici. "La posizione di Pilloni – ci dice – è basata su deduzioni molto aleatorie e deboli; d’altra parte un po’ tutto è scritto sull’acqua. A mio parere il gip è andato un poco di corsa: nella memoria difensiva per tutti che ho comunque già presentato al procuratore contesto soprattutto il modo in cui i reperti sono stati acquisiti. Dato che si tratta di un’inchiesta giornalistica, chi li ha ottenuti ha rispettato tutte le procedure, ha semplicemente usato i guanti facendo in modo che non ci fossero contaminazioni? Solo appurando questo si poteva andare avanti disponendo la comparazione dei Dna, che potrebbero essere deteriorati, con quelli degli indagati. E dovranno essere raccolti i profili genetici non solo del Pilloni, ma anche di altri sei, fra i quali il fratello di Zornitta, che non facevano parte di quelli catalogati dal Ris di Parma".

L’altra novità dell’inchiesta – a 14 anni da quella su Elvo Zornitta archiviata nel 2009 – è che si indaga su sei ferimenti avvenuti non in 28 attentati compiuti o tentati, bensì in 29, essendo venuto alla luce un nuovo caso del 28 ottobre 2007 – quasi un anno dopo l’ultimo attribuito a Unabomber – quando un cacciatore ha rinvenuto una bottiglietta di Coca Cola inesplosa in una battuta a Zoppola (Pordenone).