Sabato 20 Aprile 2024

Svolta sul Covid "Basta ideologie" In corsia tornano i medici No vax

Il ministro Schillaci: "Carenza di personale, quadro sanitario mutato". Stop all’obbligo del vaccino, confermate le mascherine in ospedale

di Elena G. Polidori

Un colpo di spugna. Nel nome di una visione meno "ideologica" nell’approccio alla pandemia. A una settimana e un giorno dall’insediamento del governo Meloni, arrivano le prime novità sulla gestione Covid all’insegna della "discontinuità" voluta dall’attuale esecutivo rispetto al precedente. A partire dai dati di monitoraggio. Il 29 ottobre è stato l’ultimo giorno in cui il bollettino dei casi di Covid è stato diffuso quotidianamente. Dopo due anni e mezzo (il primo bollettino era datata 23 febbraio 2020) è arrivata la svolta annunciata dal neo ministro della Salute, Orazio Schillaci: il bollettino diventa settimanale. Il prossimo sarà dunque diffuso il prossimo 4 novembre. Ma soprattutto: le mascherine. Il governo Meloni ha prorogato l’obbligo di utilizzo negli ospedali e nelle Rsa come riportato in una nuova ordinanza del ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Per la verità, il nuovo esecutivo era orientato a non rinnovare il provvedimento restrittivo ma, dopo gli inviti alla cautela e alla precauzione arrivati anzitutto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – poi dal mondo sanitario e da diverse Regioni –, si è deciso per la proroga e quindi di rinnovare l’obbligo negli ospedali e nelle Rsa per proteggere i più fragili e gli anziani. "Stamattina (ieri, ndr) ho firmato l’ordinanza che proroga l’obbligo dell’utilizzo dei dispositivi di protezione nelle strutture sanitarie – ha detto Schillaci – in relazione anche al fatto che ci stiamo approssimando alla stagione influenzale. Mai abbiamo pensato di non andare in questa direzione, non c’è stato alcun ripensamento". Soddisfazione per "la conferma dell’obbligo di utilizzo delle mascherine negli ospedali e nelle Rsa", da parte dell’ordine dei medici. "Un provvedimento – spiega il presidente, Filippo Anelli – che va nella direzione di proteggere i più fragili". Ma è su un punto che la nuova linea Meloni ha segnato una svolta: l’obbligo vaccinale. In base alle norme attuali, l’obbligo vaccinale per i medici e i sanitari scade il 31 dicembre, ma il Cdm di ieri ha anticipato questa scadenza al 1 novembre – ovvero oggi – con relativa abrogazione delle sanzioni previste. Significa che per lavorare medici, infermieri, operatori sanitari e delle Rsa non dovranno più essere vaccinati. Questo comporta anche il reintegro dei medici no vax, 3.400 persone allontanate dal posto di lavoro perché inadempienti con gli obblighi vaccinali.

"Il quadro epidemiologico è mutato – ha spiegato ancora Schillaci –, in particolare dai dati si vede che l’impatto su ospedali è limitato e c’è diminuzione contagi e stabilizzazione occupazione ospedali. A ciò si aggiunge la carenza del personale medico: quindi aver rimesso a lavorare questi medici non vaccinati serve a contrastare la carenza e garantire il diritto alla salute". Secca la replica del neo senatore Pd, Andrea Crisanti: "Penso che questi medici abbiano fatto malissimo a non vaccinarsi, mettendo a rischio se stessi e gli altri. Per i medici vaccinarsi contro Covid-19 era un obbligo morale". Nel momento in cui però decade anche l’obbligo viene meno anche la ragione per tenerli fuori dai reparti. Chiaro che, avendo sospeso le sanzioni per i medici no vax, anche per i non vaccinati over 50 che non hanno proceduto all’immunizzazione entro lo scorso 15 giugno le sanzioni saranno congelate fino all’estate 2023. Quanto al Green pass, negli ospedali e nelle Rsa vige ancora l’obbligo. Molto spesso inapplicato il provvedimento è ancora in vigore e la scadenza è fissata al 31 dicembre 2022. Il nuovo esecutivo non si è ancora espresso su questo punto. "Procediamo facendo le scelte in base alle cose che sono efficaci – ha spiegato la premier Meloni – con una informazione molto chiara e lavorando molto sulla responsabilizzazione. Qualcosa non ha funzionato. Il Covid è diventato un tema da campagna elettorale. C’è stato un approccio ideologico".