Mercoledì 24 Aprile 2024

Svolta in Virginia: abolita la pena di morte Anche il profondo Sud rompe con il passato

Primo Stato ex schiavista a dire addio al boia. Scelta storica: il suo esempio potrebbe far cambiare direzione agli altri paesi della ex Confederazione

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di Cesare De Carlo

Anthony Juniper e Thomas A. Porter sono nel penitenziario di Waverly (Virginia). Il primo per avere strappato la pistola a un poliziotto e avergli sparato tre colpi in testa. Il secondo per avere massacrato una donna, i suoi bambini di 2 e 4 anni, un altro uomo. Tutti e due afroamericani, come la maggioranza dei detenuti in quella prigione e nelle altre prigioni del Commonwealth. Entro un paio di giorni lasceranno il braccio della morte per una cella ordinaria. Non è arrivata la grazia. Di più. Il governatore Ralph Northam, un democratico, ha firmato l’abolizione della pena di morte. Abolizione storica. Eppure non la prima. Altri 23 Stati (su 50) più il Distretto di Columbia hanno preceduto la Virginia.

Ma la Virginia – questo il punto – è il primo Stato del Sud ad avere rotto con il passato. E il passato della Virginia è legato alla Confederazione, vale a dire alla secessione che nel 1861 precipitò la giovane America nella guerra civile. A Richmond, la capitale sudista, c’era il presidente Jefferson Davis. E poco ci mancò che fosse lui e non il nordista Lincoln a vincere se, alla prima battaglia, il generale P.G.T. Beauregard avesse attraversato il fiume Potomac e occupato Washington. Jefferson Davis lo fermò. "Gli abbiamo dato una lezione a quegli yankees – disse – non ci disturberanno più". Si sa come andò a finire. Quel che si sa di meno o non si sa affatto è che Jefferson Davis era un democratico e Abraham Lincoln un repubblicano. E che lo schiavismo, il razzismo endemico, le fiaccolate e i cappucci dei Ku Klux Klan sono infamie appartenenti alla storia del partito democratico. E anche l’assassinio di Lincoln ha per cornice la rabbia del Sud democratico e sconfitto.

Ebbene, di questo Sud la Virginia è sempre stata la madre. Fu la prima colonia inglese di Giacomo I. Fu la prima – tanto per stare in tema – a eseguire una pena di morte nel Nuovo Mondo. Il capitano George Kendall venne fucilato per avere spiato per la Spagna. Un riguardo. Le successive esecuzioni avvennero per impiccagione come nella madrepatria. La Virginia dunque volta pagina.

Che cosa accadrà negli altri 27 Stati? In campagna elettorale il presidente Biden non si è impegnato su una sospensione della pena capitale comminata da corti federali. Evidente il calcolo. Avrebbe avuto contro il consenso degli elettori, anche se in calo. Dall’80 per cento di vent’anni fa al 55, secondo Gallup. E per lo stesso motivo, l’ex presidente Donald Trump aveva cancellato la sospensione. Gli ultimi giustiziati della sua presidenza sono stati una certa Lisa Montgomery e un certo Dustin Higgs. La prima il 13 gennaio. Il secondo il 16. La prima aveva squarciato il ventre di un’amica, estratto e ucciso il feto. Il secondo aveva strangolato tre donne in Maryland. Ma nei due penitenziari, in Indiana e nel Maryland, il telefono rosso non li ha salvati. Respinti gli ultimi appelli, pochi giorni prima della partenza di Trump. E così i due hanno avuto l’iniezione letale.

Ora è presumibile che la Virginia si porti dietro qualche altro Stato del Sud. In quattro secoli ha eseguito quasi 1400 condanne a morte. Nello stesso periodo in tutti gli States sono state circa 20 mila, secondo Espy File. 17 l’anno scorso, 22 nel 2019, 25 nel 2018, 23 nel 2017. Una frazione di quelle che si sono verificate nei Paesi che hanno ancora la pena capitale, stando ad Amnesty International. In testa la Cina. Migliaia le esecuzioni annuali. Quante esattamente? Il regime comunista ovviamente non fornisce cifre. E nemmeno Iran, Iraq, Cuba, Pakistan e Arabia Saudita dove ancora si pratica la decapitazione.