Coronavirus, la guerra della spesa. Scontro con le Regioni

Il governo non chiude i supermercati nel weekend, ma alcuni governatori vanno controcorrente. Caos e lunghe file con i carrelli

File fuori dal supermercato (Foto Cusa)

File fuori dal supermercato (Foto Cusa)

Roma, 21 marzo 2020 - Troppe file per nulla. La fuga di notizie relativa ad una imminente fantomatica decisione del governo di chiudere negozi di alimentari e supermercati nel fine settimana e ridurne comunque l’orario di apertura scatena il panico tra i consumatori: si creano file lunghissime davanti a ogni esercizio per fare scorta. Solo attorno alle 15 Palazzo Chigi chiarisce: "Alcune anticipazioni sono prive di fondamento. I supermercati, gli ipermercati e i negozi di generi alimentari resteranno aperti durante il fine settimana". Ma orma la frittata era fatta.  A sera il decreto del ministero della Salute conferma – grazie alla perplessità di Conte, del Pd e di Renzi, mentre Cinque Stelle e lo stesso ministro Speranza erano per una stretta –: si è deciso per non limitare apertura domenicale e orari. La sola novità è che verranno chiusi gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento di benzina. Possono restare aperti gli autogrill lungo le autostrade ma vendendo solo prodotti da asporto. Restano aperti i bar di ospedali e aeroporti, con obbligo di assicurare il rispetto della distanza di almeno un metro. Tutto qui. 

Niente stretta neppure per i tabaccai, che però la Lombardia vuole chiudere. E una ordinanza della Regione Emilia Romagna chiude da oggi a Rimini. "Noi come sindaci – assicura in serata il primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala – chiuderemo i tabaccai. A male estremi estremi rimedi". Il problema è che sui negozi ognuno – Regioni ma anche sindaci – decide di sua sponte, senza che ci sia una norma nazionale. Roma aveva già limitato l’apertura domenicale dei supermercati alle 15 e imposto tutti i giorni la chiusura dei negozi alle 19. Il Veneto decide ieri che tutti gli esercizi commerciali "siano obbligatoriamente chiusi la domenica e che comunque nei giorni di apertura vi possa accedere un solo membro per nucleo familiare". 

Anche la Sicilia chiude da domani negozi e centri commerciali la domenica. Stessa misura anche sulla base di ordinanze dei sindaci di Sassari e Reggio Calabria. Otto sindaci del Mugello firmano invece una ordinanza nella quale è stabilito che fino al 3 aprile "l’acquisto di generi alimentari è consentito all’interno del confine comunale solo a residenti e ai domiciliati". Ogni amministrazione locale decide di sua sponte. In serata un’ordinanza della Regione Emilia Romagna dispone "la sospensione delle attività produttive di beni e servizi da parte di persone fisiche e aziende" sul territorio della Provincia di Rimini. "È ammesso esclusivamente l’esercizio delle seguenti attività commerciali: negozi di generi alimentari, le farmacie e parafarmacie, i fornai, i rivenditori di prodotti per animali, le edicole, i distributori, gli ottici, i meccanici, i gommisti e l’attività degli idraulici". E comunque "solo una persona per nucleo familiare può accedere agli esercizi commerciali". Chiuse anche molte strade e tutti i cantieri. 

Sui supermercati l’Anci Veneto aveva lodato la mossa di Zaia, ma il presidente dell’Anci nazionale, il sindaco di Bari Antonio Decaro, era andato in direzione opposta. "È sbagliato chiudere i supermarket alla domenica perché già oggi ci sono code e affollamento e se riduciamo gli orari ci sarà più affollamento" ha concordato il sindaco di Milano. E l’Adm-Associazione della Distribuzione Moderna, che fra i suoi associati ha Federdistribuzione, chiarisce: "Niente allarmismi. I supermercati continuano ad essere riforniti di prodotti e saranno sempre aperti".