Martedì 23 Aprile 2024

Superbonus addio La premier non torna indietro "Truffe e costi alle stelle" E Berlusconi getta la spugna

Meloni ribadisce la scelta: "Avanti così non avremo neppure i soldi per la finanziaria". E il leader di Forza Italia ammette: "Decisione inevitabile". Ma la tensione resta alta

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di Giovanni Rossi

"Il costo totale del Superbonus attualmente è di 105 miliardi: sono stimati circa 9 miliardi di truffe". La miglior difesa è l’attacco: come in un’antica pubblicità degli scarponi da sci, Giorgia Meloni privilegia la sicurezza e scende sulla pista sfatta degli incentivi all’edilizia, infischiandosene del bello stile. Tra curve secche – che indispongono famiglie, tecnici, imprese – e colpi ai paletti lasciati dai due precedenti governi, la presidente del Consiglio prova a riannodare una narrazione insidiosa. Perché quando lo Stato a torto o a ragione cambia idea, non ci fa mai una bella figura. Oggi a Palazzo Chigi il botta e risposta con Ance, Confedilizia, Confindustria, Abi (imprese edili e banche), Cdp e Sace. Intanto arriva l’appoggio, praticamente incondizionato, di Silvio Berlusconi: "Il mio punto di vista, da uomo di Stato e di economia, è che sia giustificato e forse inevitabile il percorso del governo per evitare danni al bilancio dello Stato che potrebbero addirittura portarci ad una situazione di default". Ma la tensione in Forza Italia resta alta: "Va istituito un tavolo dove siedano i capigruppo di maggioranza prima che il provvedimento venga posto all’attenzione della commissione", alzano la voce Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo.

Furibonda per la situazione in cui si ritrova, la premier afferra la misura appena sospesa e la appende al quadro generale del Paese: "Sapete quanto è costata per ogni singolo italiano? Poco meno di 2.000 euro. Anche chi non ha una casa, anche i senzatetto, anche un bambino, anche un neonato ha sulle proprie spalle la spesa di quasi 2.000 euro. Quindi ovviamente la misura non era affatto gratuita: è una misura che impatta sulle casse dello Stato, perché dove c’è un creditore c’è anche un debitore e quel debitore sono i contribuenti italiani", è la pubblica denuncia. La presidente del Consiglio rileva due errori genetici e li imputa al "governo giallorosso" di Giuseppe Conte. Il primo: "Poter scaricare il 110% di quello che spendevi". Risultato: "I costi dei materiali sono lievitati in modo esorbitante e la bolla si è gonfiata". Secondo: "Il superbonus prevedeva la possibilità che il credito nei confronti dello Stato potesse essere cedibile a una banca, a un intermediario finanziario, a un’impresa, illimitatamente e all’inizio senza alcun controllo. Un sistema del genere si presta alle truffe". Così la premier rivendica il primo intervento per portare "il bonus dal 110% al 90%" e ora lo stop per rivedere l’intera materia. Prende la calcolatrice: "Il superbonus continua a generare 3 miliardi di crediti al mese: se lo lasciassimo fino a fine anno, non avremmo i soldi per fare la finanziaria. Altro che taglio del cuneo fiscale, scordiamoci tutto".

Ance e Abi ipotizzano lo sblocco dei crediti di imposta incagliati, almeno 15 miliardi di euro, attraverso la compensazione fra i vecchi crediti d’imposta e le tasse pagate dai clienti con i modelli F24 (con il nulla osta di Eurostat). Altrimenti sarà il caos tra fallimenti di aziende, lavori sospesi, condomìni nel limbo. L’altra ipotesi in valutazione – di matrice FdI – è una cartolarizzazione: i crediti da ristrutturazione edilizia sarebbero impacchettati in uno specifico prodotto finanziario da collocare sul mercato. In questo modo si farebbe fronte alla crisi di liquidità, evitando che il settore vada in tilt. Ma per Alberto Bagnai (Lega) "è presto per dire quale strumento sarà adottato".

"Meloni deve assumersi le sue responsabilità e smetterla di cercare alibi ignorando il vicolo cieco in cui, senza un paracadute, rischiano di finire imprese, lavoratori e famiglie", accusa Osvaldo Napoli (Azione). "Il Superbonus è stato un errore populista del M5S che +Europa ha sempre denunciato. È giusto che il governo intervenga, ma lo deve fare con intelligenza, per ridurre il danno fatto e non per aggiungerne altri", twitta Benedetto Dalla Vedova, segretario di +Europa. Per Nicola Fratoianni (Avs), "un Paese serio" non cambia norme e posizioni "centinaia di volte, nel giro di pochi mesi". Per M5s il decreto del governo "è ignobile". Parlano anche gli sfidanti alla segreteria del Pd. Secondo Elly Schlein, la scelta fatta è "disastrosa". E Stefano Bonaccini difende tutte le vittime dirette e collaterali dello stop agli incentivi: "È inaccettabile che, di punto in bianco, il problema sia scaricato sulle spalle delle imprese e di chi ha fatto i lavori rispettando la legge".