Super poteri per sveltire i cantieri. La quota di subappalto sale al 50%

Via libera al Dl Semplificazioni. Bonus al 110% più rapido per caserme e ospedali, ma non per gli alberghi

I tempi delle infrastrutture

I tempi delle infrastrutture

Il Decreto Semplificazioni ("La prima ’pietra miliare’ per il cambio di passo del Paese", come la definisce il ministro Renato Brunetta) ottiene il via libera del governo. L’intricato nodo dei subappalti si scioglie con un mini-compromesso: la soglia che li permette passa dal 40 al 50% fino alla fine di ottobre, poi ci si dovrà adeguare alle regole liberalizzatrici dell’Europa.

Superbonus, bollo e appalti: cosa cambia col Dl Semplificazioni. Il Pdf

Confermati tutti gli altri strumenti finalizzati all’accelerazione delle opere infrastrutturali e, innanzitutto, di quelle del Recovery Plan, per mettere in salvo i primi 26 miliardi di euro in arrivo dall’estate. Si va dai super poteri sostitutivi del Presidente del Consiglio in caso di inerzia delle amministrazioni al taglio drastico dei tempi per i pareri di comitati, conferenze dei servizi e via di seguito; dall’istituzione della Soprintendenza unica e speciale all’appalto integrato. Fino alla semplificazione del superbonus del 110%, anche se nella versione finale salta l’estensione dell’agevolazione agli alberghi, mentre rimane per ospedali, caserme, edifici comunali.

Subappalti al 50%

Alla fine Mario Draghi, come è accaduto sul massimo ribasso, sulla quota di subappalti ha concesso qualcosa al pressing di Pd, Leu, parte dei grillini e sindacati: la soglia sale al 50% (era al 40%), con l’introduzione della garanzia di parità di trattamento salariale e contrattuale per tutti i lavoratori impegnati nel progetto. Soddisfatti il ministro Andrea Orlando e il leader della Cgil Maurizio Landini. Il premier, però, incassa l’impegno affinché la proroga sia di pochi mesi: dal primo novembre si dovrà passare a una soluzione che permetta il subappalto in modo più ampio.

Super poter sostitutivi

Una leva decisiva del decreto è quella dell’articolo 12: in caso di ritardi, inerzia o diniego di atti e attività inerenti la realizzazione di un progetto del Recovery Plan, il premier e il governo possono nominare commissari ad hoc o sostituirsi a Regioni, Comuni e a chiunque ostacoli o ritardi l’attuazione dell’opera. Anche i progetti finanziati con il Fondo complementare godranno della corsia preferenziale prevista per i progetti del Piano.

Tempi dimezzati per le autorizzazioni

Il decreto interviene con un drastico taglio dei tempi anche su un ampio spettro di procedure che rallentano la macchina pubblica, dalla valutazione di impatto ambientale (Via), con l’introduzione di una supercommissione con 40 tecnici e una Soprintendenza speciale per le opere del Pnrr, al Comitato speciale del Consiglio superiore dei Lavori pubblici fino alla Banca dati nazionale dei contratti pubblici dell’Anac. Ci sarà poi il dimezzamento dei tempi per l’avvio degli scavi per la banda larga (da 6 a 3 mesi). Procedimento ulteriormente accelerato per le opere di "particolare complessità o di rilevante impatto" come l’Alta velocità Palermo-Catania-Messina e Salerno Reggio Calabria, il potenziamento del Porto di Trieste o la diga di Campo Lattaro in Campania.

Quasi un terzo di giovani e donne

È fissato come "requisito necessario" per le aziende che partecipino alle gare del Recovery Plan l’obbligo di assumere una quota, non inferiore al 30%, di giovani under 36 e donne.

Superbonus semplificato

Uno dei capitoli in bilico fino alla fine è stato quello degli incentivi per le ristrutturazioni green e antisismiche degli edifici. Le regole per l’accesso finora hanno rallentato la richiesta dello sconto fiscale (2 miliardi sui 18 stanziati) e una semplificazione era attesa da proprietari e professionisti. Per fare partire i lavori, basterà quindi la comunicazione di inizio lavori (Cila), come per le ristrutturazioni straordinarie, e non servirà più la doppia conformità. Niente da fare invece per gli alberghi, misura troppo costosa, almeno in questa fase. Una estensione arriva invece per case di cura, caserme, ospedali e ospizi.

Spinta alla PA digitale e stop ai bolli

Il decreto prova a imprimere una accelerazione anche alla digitalizzazione della macchina pubblica. Si va dai controlli su chi frena l’innovazione, affidati all’Agid, al miglioramento dei servizi che passa dalla delega per l’identità digitale (che consentirà a chi ha più dimestichezza con lo Spid di accedere anche per conto di chi è più in difficoltà con le nuove tecnologie, come gli anziani), fino all’esonero dal bollo da 16 euro e dalle altre spese per chi scaricherà i certificati digitali, come stato di famiglia o residenza, direttamente dalla piattaforma dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente, cui ormai hanno aderito quasi tutti i Comuni italiani (oltre 7.500).