Martedì 23 Aprile 2024

Suore sotto sfratto a Marradi. Barricate nel convento

Le domenicane sono rimaste solo in quattro e, per il codice canonico, devono andarsene. Il paese schierato con loro

Le suore di Marraidi che non vogliono lasciare il monastero

Le suore di Marraidi che non vogliono lasciare il monastero

Marradi (Firenze), 12 gennaio 2020 - Sono rimaste in quattro e quindi, ai sensi di una Costituzione apostolica emanata da Papa Francesco nel maggio di due anni fa, non possono più formare un monastero autonomo. Le domenicane di Marradi, piccola porzione di Toscana nella diocesi di Faenza Modigliana, non ci stanno e si barricano nella loro clausura. Senza alcun preavviso, tre religiosi, tra cui due consorelle, hanno bussato alla porta del monastero della Santissima Annunziata per tentare di convincere ancora una volta le monache a fare le valigie, ma Sorella Domenica è stata irremovibile: "Siamo in preghiera, ora non possiamo aprire", ha risposto al citofono. L’ennesimo tentativo di portare via le monache è stato venerdì; andato a vuoto come quello del mese scorso, nonostante l’invito al rispetto del voto di obbedienza e il meno nobile taglio del telefono per impedire alle ’rivoltose’ di consigliarsi con qualcuno. Magari con il presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Perugia, il cardinale Gualtiero Bassetti, che è nato nella frazione marradese di Popolano.

È noto che la crisi delle vocazioni stia svuotando ovunque conventi e monasteri e che si cerchi, lì dove si scenda sotto le cinque unità, di accorparli o cambiare loro destinazione. Sempre per restare ai Domenicani, si sono chiuse dopo 600 anni le celle del Convento fiorentino di San Marco, quello di Girolamo Savonarola, del Beato Angelico e di Giorgio La Pira. Lì i frati erano rimasti in tre. Papa Francesco in passato ha rivolto un appello agli istituti religiosi per accogliere migranti in luoghi dove lo spazio ormai non manca. Tutto inutile.

Le monache di clausura marradesi resistono e hanno trovato in questi mesi di sfratto annunciato anche la solidarietà di gran parte degli abitanti del paese patria del poeta Dino Campana, tra cui Paolo Bassetti, ex sindaco e cugino del presidente della Cei, mentre il Comune si propone come mediatore. In occasione dell’ultimo blitz, alcuni abitanti, avvertiti dalle stesse monache, si sono recati a sostenerle.

"Da tempo – spiega Bassetti, l’ex sindaco, già esponente Dc – ci stiamo adoperando per evitare che le monache debbano lasciare la Santissima Annunziata come vorrebbe il loro ordine da Roma. A tal fine eravamo anche riusciti ad aggregarlo al monastero domenicano di Castel Bolognese, in provincia di Ravenna, ma quell’affiliazione, concessa a dicembre 2018, è stata poi revocata il 21 maggio scorso senza che fosse mai effettiva". "Se dovessero ritornare di nuovo alla carica non farebbero una gran figura – spiega sempre Bassetti –. Ma poi che noia danno le nostre monache? Si mantengono da sole con le loro pensioni e non chiedono nulla, riescono a far celebrare la messa e sono sempre disponibili. Noi vogliamo che rimangano nel convento che fra l’altro ci ’appartiene’: furono le famiglie locali a farlo costruire 400 anni fa. E comunque vada c’è la necessità di trovare una soluzione condivisa".