Mercoledì 24 Aprile 2024

Sull’Italia una pressione insostenibile

Bruno

Vespa

Mettendo a confronto le informazioni della Finanza e della Guardia Costiera nella rubrica ‘5 minuti’ su Raiuno, abbiamo preso atto che non c’è stato un solo momento nella notte tra il 26 e il 27 febbraio in cui è stata segnalata una condizione di pericolo per il caicco in navigazione verso l’Italia. Peraltro nessuna delle due motovedette della Finanza uscite in mare è riuscita a incrociare la barca. Delle due l’una: o in condizioni analoghe i due Corpi si regoleranno allo stesso modo oppure dovremo avviare ogni giorno una serie di ricerche random per barche che non chiedono aiuto.

Ha fatto bene il governo a non espropriare la Guardia Costiera del soccorso in mare per affidarlo alla Marina Militare come pure era previsto nella prima bozza di decreto legge. Non tanto per non dare uno schiaffo a Salvini, dal cui ministero dipende la Guardia costiera, quando per non darlo a un Corpo che ha salvato decine di migliaia di persone e non può essere criminalizzato per un mancato intervento non richiesto. Ieri Frontex ha fatto sapere che nel solo mese di febbraio 7.000 migranti (il triplo dell’anno scorso) hanno attraversato il Mediterraneo centrale per venire da noi. Nella sola giornata di ieri la Guardia Costiera – chiedendo aiuto alla Marina– ha dovuto soccorrere circa 2.000 migranti. Così non si va avanti. Nel ’97 Romano Prodi – dinanzi a migliaia di albanesi all’assalto delle nostre coste – fece (giustamente) un blocco navale d’accordo con l’Albania. Una cosa simile fu studiata nel 2017 ai tempi del governo Gentiloni (Titolo dell’’Unità’: “UE. Blocco navale in Libia contro le morti in mare”). Non se ne fece niente. Prima chi sbarcava in Italia, se ne andava in Francia e in Germania. Oggi è molto più difficile. Quindi o alle buone parole della von der Leyen seguirà una immediata azione di sostegnocontrasto nei paesi africani o l’Italia si troverà davvero in condizioni drammatiche.