Sulle chat corre l’odio. Blitz in tutta Italia: 17 indagati

ROMA

L’auspicio di una nuova Marcia su Roma cent’anni dopo quella con le camice nere e l’olio di ricino. Le minacce di "fucilazioni" e "impiccagioni" alternate alle invocazioni a Dio affinché punisca gli "impostori" del vaccino e del Green pass con il suo "giudizio spietato". Le "gambizzazioni" riesumate dal lugubre passato brigatista e le invocazioni a blocchi stradali e ferroviari in puro stile movimentista, la chiamata a prendere "le armi". Il rischio, reale, che qualcuno possa davvero passare dalle parole ai fatti. C’è tutto questo dietro l’indagine coordinata dalla Procura di Torino che ieri ha portato ad una serie di perquisizioni nei confronti dei no vax animatori della chat di Telegram “Basta dittatura“. Tra gli oggetti sequestrati pronti a diventare armi, anche una tanica di acido e una balestra.

I provvedimenti sono 17 e sono stati eseguiti dalla Polizia nelle abitazioni di cittadini residenti in tutta Italia, da Torino a Palermo, da Trieste a Roma, da Imperia a Salerno: tra loro ci sono facce note alle forze di polizia e da tempo su posizioni estremiste ma nessuno, dicono gli investigatori, "strutturato politicamente". E ci sono personaggi con precedenti per furto e rapina e incensurati, semplici cittadini che si sono fatti travolgere da una propaganda esasperata. Uno di loro, un palermitano, sulle chat invitava gli altri a fare delle bottiglie piene di acido da lanciare sui poliziotti durante le manifestazioni e durante la perquisizione gli agenti hanno trovato un bidone di acido da 5 litri. Ad unirli, il gruppo Telegram “Basta dittatura!“. Una chat, che ad oggi conta oltre 10mila utenti, diventata "il nodo di collegamento con tutti i principali spazi web di protesta" e "caratterizzata da un persistente incitamento all’odio e alla commissione di gravi delitti" sottolineano gli investigatori.