"Sul web c’è la gara a chi trova il peggio"

"Se da un punto di vista psicologico l’infanzia e l’adolescenza esistono ancora, da un punto di vista sociologico sono sparite. E la tecnologia ha accelerato questo processo: davanti a uno schermo non c’è più nessuna differenza tra adulti e adolescenti. E questi ultimi sono molto più svegli di noi, anche in grado di accedere facilmente al dark web". È il parere di Maria Beatrice Toro, psicologa e psicoterapeuta. "Nella vita reale – aggiunge l’esperta – non esiste più la mediazione e il filtro dell’adulto, fruiamo degli stessi intrattenimenti e delle stesse notizie, sui social e sul web. Ma mentre gli adulti sono ‘scolarizzati’, gli adolescenti hanno una immaturità celebrale e un bisogno infinito di esplorazione e trasgressione, come del resto è sempre stato, che li porta a essere attratti da contenuti estremi. Un fenomeno che è aumentato durante il periodo claustrofobico del Covid".