
Fine vita: accolta la sospensiva per l'Emilia-Romagna richiesta dalla consigliera Valentina Castaldini
Bologna, 27 aprile 2025 – Il ricorso al Tar della consigliera di Forza Italia Valentina Castaldini blocca il suicidio assisto in Emilia-Romagna. E’ arrivata quindi la sospensiva della delibera di giunta di Giunta dell’Emilia-Romagna che aveva fissato, a febbraio scorso, i paletti e l’iter procedurale per accedere al fine vita volontario entro (se l’istanza viene accolta) 42 giorni dalla domanda.
Emilia-Romagna prima, ma poi sorpassata
L’Emilia-Romagna era stata la prima Regione italiana a normare un argomento così delicato – a livello nazionale da anni le leggi sono impatanate tra i veti incrociati – ma lo aveva fatto con una delibera di Giunta che bypassava, quindi, il voto del Consiglio regionale. Intanto, però, la Regione Toscana è stata la prima in Italia ad essere riuscita ad approvare una legge vera e propria.
La bocciatura del Tar
Il Tar dell'Emilia-Romagna, accogliendo la domanda della consigliera regionale Castaldini, ha fissato al 15 maggio la trattazione collegiale. Il 12 aprile 2024 anche la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero della Salute avevano presentato un ricorso presso lo stesso tribunale amministrativo, sollevando i medesimi rilievi di legittimità.
Quanti suicidi assistiti ci sono stati in regione
Nel frattempo, al Corec, il Comitato regionale etico nella clinica disciplinato dalla delibera di Viale Aldo Moro, sono arrivate le richieste di alcuni pazienti: due gli iter che si sono conclusi. In un caso, il paziente era deceduto prima e un’altra domanda è in corso di valutazione. Proprio a seguito di questa ulteriore domanda, Castaldini ha deciso di presentare l’istanza al Tar per ottenere la sospensione immediata dell'efficacia delle delibere regionali.
Castaldini: difendo i principi etici
"Il Tar dell'Emilia-Romagna - dichiara Castaldini - ha accolto la nostra richiesta di sospensiva e ha fissato per il 15 maggio la data della trattazione collegiale, consentendo in questo modo un dibattito nel merito. Si tratta di un passo importante, perché non è accettabile che un atto amministrativo regionale sostituisca una legge nazionale su un tema così delicato. Questa è battaglia che non è solo giuridica, ma anche di difesa dei principi etici e democratici fondamentali, in quanto fin da subito ho espresso forti perplessità sia sulla composizione della commissione incaricata, sia sull'opportunità di affrontare una questione tanto delicata e complessa con una delibera di giunta, e non con un confronto parlamentare serio, ampio e condiviso".
Qual è l’iter previsto in Emilia-Romagna

Le delibere regionali, fortemente volute dall’allora governatore Stefano Bonaccini, prevedevano che la richiesta del paziente fosse valutata o rigettata entro 42 giorni.
Il primo passo previsto è la domanda all’Ausl. Di lì seguono visite e valutazioni mediche e psicologiche che possono protrarsi fino a venti giorni. Terminato il periodo, la domanda – se ritenuta idonea – finisce sul tavolo del Corec, il Comitato regionale per l’etica nella clinica – di cui fanno parte 22 medici – che produce entro sette giorni una consulenza etica su singoli casi, esprimendo parere non vincolante. Il documento viene trasmesso al malato e – sempre in caso di parere favorevole della Commissione – a quel punto la Direzione sanitaria dell’Asul di competenza assicura entro una settimana l’attuazione del suicidio assistito attraverso l’individuazione di personale adeguato, su base volontaria.